La Mura e il suo intervento su CanottaggioMania

canottaggiomania_LaMura_1annoGiuseppe La Mura interviene, a commento dell’articolo “Il doppio firma la quinta carta per Rio ma il piatto olimpico piange” (clicca qui) ed a supporto di un nostro lettore (Dario Bosco), su CanottaggioMania. E’ un’iniziativa, personalmente apprezzata, perché ci permette di avere un suo punto di vista ampio sul lavoro svolto in questo triennio.  
Giuseppe La Mura ci dimostra di non esser uomo da piedistallo. Si rammarica e promette ulteriore impegno. Condivido buona parte di ciò che egli scrive. E’ pacifico che tra il 2005 ed il 2012 nessun oro è stato vinto nelle specialità olimpiche ma, soprattutto, è ancor più vero che non c’è stato, sempre relativamente a quel periodo, il necessario ricambio generazionale. Ricambio avviato, invece, in questi tre anni. Un’attività meticolosa. Gli sforzi prodotti per agevolare la crescita dei “golden boys” della categoria Junior 2011 e 2012 sono sotto gli occhi di tutti dopo la splendida impresa del 4 senza. La Mura e il suo staff hanno, inoltre, ridato forti motivazioni a vogatori sul punto di interrompere all’attività dopo Londra 2012 e qui ogni riferimento ad alcuni dei protagonisti del bel Mondiale sull’otto è puramente voluto. La considerazione del DT sull’alto numero dei finalisti trova conforto anche in vari articoli pubblicati su questo blog.  Condivido anche l’illustrazione della situazione inerente Capelli e Mornati ed è proprio la prova dei ragazzi dell’otto al Mondiale a spazzar via la perplessità sull’andamento di quella selezione che vide vincere chi maggiormente si era preparato a casa anzichè in raduno.

Se però da un lato ci sono aspetti molto positivi, dall’altro non si può non evidenziare quelli decisamente negativi. Soprattutto quando il DT dice che certe medaglie si “potevano” (non “dovevano” vincere). Senza livore o acido, ma con la giusta dose di critica. Intanto,  ad Aiguebelette, pur contando sulla presenza di un bravo allenatore (Franco Cattaneo) in qualità di Coordinatore, abbiamo presentato una squadra altamente “scoordinata”. La Punta Senior è un gioiello da lustrare, d’accordo, ma cosa dire della Coppia Senior tutta in finale B, dei Pesi Leggeri tutti (anche, incredibilmente, i non olimpici) fuori dal podio e delle Donne nell’inferno delle finali C e D…  Non è mio desiderio affondare il coltello nella piaga “canottaggio femminile”. A proposito dei Pesi Leggeri maschili,  però, nei sei Mondiali dei 2 quadrienni precedenti almeno una medaglia ogni anno è stata sempre conquistata nelle specialità olimpiche. Dal 2013 al 2015, anno in cui nemmeno i non olimpici hanno vinto una medaglia, mai e inoltre siamo arrivati al paradosso di esultare per la conquista della finale del 4 senza dopo 4 anni di oblio…  Anche questi sono fatti, caro DT.

Tutto questo va messo sull’altro piatto della bilancia quando si fa un’analisi dello stato di salute della nostra squadra. E, come gli ori che ci mancavano da sempre (doppio PL femminile nel 2013) e da 20 anni (4 senza), ha il suo peso. Ori che vincono anche nazioni tutt’altro che blasonate. Svizzera, Sudafrica o Lituania, per citarne alcune.  A testimonianza del fatto che ritrovare i  titoli mondiali nelle barche che contano è importantissimo ma, da solo, non basta per garantire una navigazione tranquilla. A maggior ragione, poi, quando sulle spalle hai anche la responsabilità, agli occhi delle Società, di mantenere promesse di elevatissimo valore fatte da altri.  Altri che sfoggiavano ugole d’oro prima nel cantare i disastri londinesi (legittimo, anche se un po’ di prudenza, pure quando giochi in attacco, non guasta mai…) e poi le vittorie dell’anno post olimpico di Chungju (ricordate il famoso costo-medaglia confrontato con il 2009? Naturalmente quest’esercizio non è stato fatto nella relazione 2014) e infine nel promettere 7, 9 o addirittura 10 barche qualificate a Rio de Janeiro dopo Aiguebelette. Altri che ora, persa buona parte della loro voce, stanno spostando la linea del traguardo delle loro ambizioni dal Brasile (2016) al Giappone (2020).

Ma  è Politica e prima di quella, al centro dell’attenzione, ci sarà ancora il campo. Certamente si terrà conto delle regate di qualificazione di Lucerna e dei successivi risultati di Rio de Janeiro per formulare un giudizio definitivo sull’operato di quest’area tecnica. Quando andiamo al cinema non ci alziamo mai dalla sala a metà secondo tempo. Buon lavoro, a La Mura, a tutta la squadra e… a noi!

L’INTERVENTO DI GIUSEPPE LA MURA SU CANOTTAGGIOMANIA

Molti degli acidi e livorosi commenti di taluni interventi hanno,evidentemente,fatto perdere la pazienza a Dario Bosco. Ha usato un linguaggio dai contenuti severi e diretti e non si è nascosto dietro ambigue allusioni e mistificazioni. Un linguaggio “political incorrect”,certamente. Comprensibile…ma non giustificabile.
Proverò a chiarire la sostanza delle osservazioni usando un linguaggio né tagliente né subdolo,come quello che qualche volta viene usato negli interventi che si leggono qui.
Contano i fatti,soprattutto,quelli che ti dicono dove sei come qualità del tuo lavoro. Ed i fatti dicono che l’Italia del periodo 2013-2015 ha dimostrato di avere i metodi di allenamento,la tecnica remiera,il supporto psicologico e organizzativo ottimali per raggiungere il massimo livello(l’oro)in una delle specialità olimpiche femminili ed in una di quelle maschili. A dimostrazione del fatto che, se vi sono le precondizioni sufficienti, l’Italia può puntare al massimo livello. Le medaglie sono poche? Certamente potevano (non”dovevano” come pretendono taluni)essere più numerose.Non ci siamo riusciti e ce ne rammarichiamo.
Cercheremo di migliorarci. Lo faremo per i nostri ragazzi e ragazze non certo per dimostrare, a chi ci disistima, che siamo dotati delle competenze adeguate a portare a termine positivamente l’impegno che abbiamo assunto. Intanto il totale degli equipaggi qualificati va conteggiato a ripescaggi completati. E’ ovvio che ci impegneremo a conseguire ulteriori qualificazioni.
Che non si debbano contare le qualifiche per Rio degli equipaggi del settore Pararowing mi sembra, come minimo,per usare un eufemismo,indelicato nei riguardi dei ragazzi e delle ragazze che hanno profuso un impegno generoso per raggiungere il prestigioso traguardo.
Certo il fatto di prendere una sola medaglia su dodici finali disputate(un assurdo statistico!)non è esaltante né per gli atleti,né per i tecnici,né per i dirigenti,né per gli appassionati di canottaggio. Ma dodici finalisti sono pure indice di un movimento remiero con una solida base,su cui costruire futuri successi. Ricordate? Dopo Atlanta(una sola medaglia,anche allora oro,su sei finalisti(un disastro,fu detto)venne Sydney(un oro,due argenti ed un Bronzo) e Atene(un altro disastro:eppure tutti e tre gli unici finalisti presero la medaglia,di bronzo,però).
Historia est magistra vitae,mi insegnarono al Liceo. La storia dice che dal 2005 al 2012(otto anni!) non fu vinto nessun oro nelle specialità olimpiche: è stato un caso?
PS
Con il due senza composto da due atleti dell’Aniene,ché di questo si tratta,si convenne che sarebbero venuti al raduno dopo la seconda gara di Coppa del Mondo,tutti e due,se Mornati avesse riacquistata una buona condizione di forma o solo Capelli in caso contrario. Avrei voluto che venissero prima,ma per un ottimale recupero di Niccolò è stato più opportuno che lavorassero sul Tevere. Prima di Lucerna sono venuti tutti e due,dandoci la massima disponibilità, che è stata da noi ricambiata con la massima attenzione.

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