Domani si chiude il Mondiale Junior di Rio de Janeiro, un Mondiale contrassegnato dalla variazione di programma messa in atto da FISA e Comitato Organizzatore a causa delle condizioni meteo sfavorevoli. L’Italia, caposettori Antonio Colamonici (maschile) e Claudio Romagnoli (femminile, in loco il resp. è Massimo Casula), si sta comportando molto bene. Ci presentiamo, infatti, alla resa dei conti con 9 barche in finale. Ne perdiamo, in corso d’opera, soltanto 2: i 2 senza. “Siate Gentili (ma non troppo)” è l’invocazione-gioco di parole con riferimento, naturalmente, a Giacomo, il bravissimo singolista capace sinora di metter in fila tre successi: in batteria, nei quarti ed in semifinale. Una striscia di vittorie simile a quella del doppio di Cattaneo e Fiume, senza passare dai quarti. Ispirano grande fiducia anche le vittorie, con immediata qualificazione alla finale, realizzate da 4 con (Peretti, Benetti, Favilli, Pietra Caprina, tim. Tassia), otto (Cardella, Londi, Panizza, Casaccia Gibelli, Calabrese, Cascone, Balboni, Capuano, tim. Mancusi Lotti) e 4 senza femminile (Schettino, Bartalesi, Guerra, Caverni). Due Ammiraglie in lotta per le medaglia, perché dopo il recuperano avanzano anche Millo, Ravoni, Braglia, Mondelli,Faravelli, Merlini, Destefani, Maule (tim. Mariani). Occhio anche alla singolista Asia Maregotto, al 4 di coppia (Amalfitano, Cziraki, Jansen, Soares) e al doppio femminile Iseppi-Francalanci.
Una barca in più in finale rispetto all’algida Amburgo, nel 2014, dove strappammo un oro (4 con) e due bronzi (otto e 4 senza femminile). Tocchiamo pure ferro, d’accordo (non l’avessi mai fatto tra il 2009 e il 2012 dopo le semifinali…) ma i presupposti per far meglio ci sono e non occorre nascondersi.