L’espressione SIC, nei fumetti, è ricollegata a insofferenza (“uffa!”), spesso e volentieri dovuta a una pressante calura estiva. SIC accompagna anche l’Imitazione di Cristo: “sic transit gloria mundi”, ovvero “così passa la gloria del mondo”. Scopro oggi, mentre vado alla ricerca degli orari del Meeting Nazionale Allievi e Cadetti ospitato domani nella mia cara Genova Pra’, che SIC è anche l’abbreviativo di Scuola Italiana di Canottaggio.
All’articolo 6, “Alla prima iscrizione la società richiedente dovrà versare alla FIC una quota di € 100,00 che darà diritto a quanto sotto indicato all’articolo 7. Per mantenere la qualifica di SIC, dopo la prima iscrizione, ogni anno la società dovrà versare una quota pari ad € 50,00. Annualmente la Federazione invierà a tutte le SIC un certificato attestante che per l’anno in corso la società è Scuola Italiana di Canottaggio autorizzata”. A fronte di questo, chiamiamolo così, “investimento”, la Società ha, secondo articolo 7, diritto a: “targa “Scuola Italiana di Canottaggio”; bandiera logata FIC con la dicitura “Scuola Italiana di Canottaggio”; maggiori punteggi (da stabilirsi di volta in volta) in caso di bandi e/o aste di beni individuati come “beni scuola”.
A rilegger tutti e 9 gli articoli del regolamento, si fa fatica a comprendere quale sia il reale fine di quest’iniziativa. Due aspetti, purtroppo negativi, colpiscono l’occhio: in primo luogo, il fatto che la Federazione bussi alle porte delle Società per chiedere soldi in un momento economico delicato e in seconda battuta, questo forse è ancor più grave, che chi aderisce a tale iniziativa “a pagamento” avrà vantaggio in caso di bandi o aste. Bandi o aste che, invece, andrebbero attivati per sostenere proprio le piccole società o le realtà con volontà di sviluppo.
Insomma, ancora una volta, l’attenzione riservata dalla FIC di Abbagnale alle piccole società che languono ci ricorda la sinistra dipinta da Montanelli. Quest’ultima, secondo il più grande giornalista italiano, amava talmente tanto i poveri che ogni volta che andava al potere mirava ad aumentarne il numero…
Oggi leggendo il comunicato della FIC giunto alla mia società mi chiedevo se mi stesse sfuggendo qualcosa, sul perchè di una tale iniziativa.
Oggettivamente a leggere i “diritti” già da te Marco citati nel tuo post, che spettano alle società che richiederanno il riconoscimento di SIC, sono a dir poco risibili in quanto le nostre società sono affiliate alla Federazione Italiana Canottaggio e non ad altri organismi, ed il diritto di utilizzare i simboli istituzionali della Federazione, è già previsto dallo Statuto Federale (art. 9), senza versare quote aggiuntive seppur di modesta entità.
Poi nella mail accompagnatoria inviata dalla FIC alle società, si parla di “importanti e benefiche ricadute a livello fiscale”, e sinceramente ci piacerebbe sapere a quali benefiche ricadute si riferiscano, visto che la SIC non si sa bene che funzione abbia, ed è comunque accessibile esclusivamente a Società già affiliate.
Forse è uno strumento per ottenere maggiori contributi dal CONI o da chi per lui? Ben venga allora, se il tutto andrà a beneficio delle casse federali.
Boh, insomma, per concludere, io non voglio giungere a rapide e superficiali conclusioni, però Marco condivido il tuo stupore per l’iniziativa e spero che ci verrà spiegata la vera utilità della SIC di modo che le società effettivamente sentano la necessità di aderire, altrimenti il Regolamento emanato sembra il mitico discorso di Tognazzi al vigile urbano nel film “Amici miei”.
Il bello è che viene lasciata la massima discrezionalità nella gestione dell’attività didattica (… la cui organizzazione è lasciata alla libertà e discrezionalità delle società…..), ma è importante esporre le targa e la bandiera. Una volta, quando c’erano i CAS, c’era un programma di massima da rispettare, test e raduni locali, regionali a nazionali periodici.
Ora basta pagare e mettere fuori un targa, e nessuno controlla quello che fai.
Se questo significa qualificare il lavoro di una società siamo messi proprio bene….
Ciao Marco, aggiungo qualcosa di personale oltre a quanto già scritto da altri e da te. Premesso che vi condivido trovo che nonostante lo sforzo FIC (da elogiare) nella realtà l’operazione rimane vuota di qualsiasi valore promozionale. Nel 2017 con la comunicazione praticamente in tempo reale, la targa e la bandiera mi sembrano un pò anacronistiche, roba da museo. Belle magari, ma che andavano bene si e no agli inizi degli anni ’70’. Buone per le cerimonie ufficiali ma non certo per la comunicazione e la promozione del nostro sport ai giorni nostri.
Tempo fa il Presidente mi rimproverò un pò per essere troppo severo nei giudizi in quanto non tenevo conto dei problemi economici della FIC. Bene, alla luce di questa iniziativa mi permetto di dire che ‘forse’ varrebbe la pena indirizzare meglio le esigue risorse federali in altra direzione; nel senso di qualcuno maggiormente preparato nel campo del marketing e della promozione.
Mi tolgo anche un sassolino dalla scarpa: alle ultime elezioni, c’era una persona capace di fare queste cose ma purtroppo era nello schieramento avverso al Presidente. Ed infatti NON fu eletto.
Buon lavoro Presidente