Nel 2005 una strenua difesa a opera del presidente Renato Nicetto e del suo vice Renato Alberti ne evitò l’uscita dal programma dei Mondiali. Dieci anni di vita in più per una specialità molto cara, almeno un tempo, alla Federazione Italiana Canottaggio. L’8 Pesi Leggeri è storicamente, a fortissime tinte azzurre: i nostri vogatori sono, infatti, medagliati in 26 occasioni (13 volte sono campioni del mondo) dal 1974, anno di inserimento all’interno del programma dei Mondiali, a oggi. Indimenticabile la striscia consecutiva dei sette titoli iridati vinti tra il 1985 e il 1991.
La regola 36 prevede la cancellazione automatica di specialità registranti meno di sette iscrizioni nell’arco di 3 Mondiali consecutivi. E’ proprio il caso dell’otto Pesi Leggeri: 3 nel 2013, 5 nel 2014 e nel 2015. La stessa situazione avvenuta, appunto, tra il 2002 e il 2004 ma poi sventata dal voto del Congresso. Oggi una nuova proposta di reintroduzione dell’otto Pesi Leggeri all’interno del programma dei Mondiali dovrebbe godere dell’appoggio dei due terzi delle nazioni partecipanti al Congresso. Molto dura.
Se la FIC avesse mostrato la forza e il prestigio internazionale che spesso e volentieri si attribuisce probabilmente non saremmo giunti a questa triste conclusione della morte di questa specialità molto cara alla tradizione azzurra. Convincere altre 2 nazioni, nel 2014 o nel 2015, a schierare un’Ammiraglia leggera non sarebbe stata missione impossibile. Ma forse è pretendere troppo da dirigenti che nemmeno si curano di prender parte all’importante riunione internazionale di Hannover per la definizione dell’agenda remiera da proporre alla FISA per le Olimpiadi 2020.
La stessa regola che ha cancellato il 4con dei disabili intellettivi…stessa federazione