“Hanno spento il mio sogno”


canottaggiomania_posillipo_dimare_peppe“Marco, posso rubarti 5 minuti per raccontarti la mia storia?”.
A scrivermi, quando da poco sono passate le 23 di questa serata di fine aprile, è un giovane vogatore napoletano. Si chiama Giuseppe Di Mare, ha da un mese compiuto 18 anni. Voga per il CN Posillipo e nella scorsa stagione ha anche difeso in maniera splendida i colori azzurri alla Coupe de la Jeunesse di Libourne. Un oro e un argento, in 2 senza, assieme a Luca Agrillo.
Di atleti come Giuseppe, quindi giovani canottieri con buone prospettive, ne ho conosciuti molti durante la mia quadriennale esperienza in Federazione. Entusiasmo contagioso, predisposizione all’impegno, volontà più forte del peso dei sacrifici, grande cuore e, soprattutto, tante speranze. Quel che mi colpisce del mio interlocutore è che, nonostante appunto la giovanissima età, abbia completamente perso l’entusiasmo e le speranze.

Giuseppe vive una situazione di profondo malessere, condivisa anche da alcuni suoi compagni, dovuta al cambio di gestione dirigenziale e tecnica nella sua Società. “Avevo un sogno e dico avevo perché ho deciso di lasciare il canottaggio. Me lo hanno fatto odiare” aggiunge.

canottaggiomania_dimare_agrilloLa perdita di un bravo tecnico come Mimmo Perna, dopo il primo Meeting di Piediluco, è stato un duro colpo. Per volontà del Consiglio e in particolare del nuovo dirigente addetto al Canottaggio Pasquale Aiese, il sostituto è Pasquale Marigliano. “Mimmo era non solo una figura tecnica ma anche paterna. Trentadue anni di storia del Posillipo, trentadue anni caratterizzati dall’amore per il canottaggio profuso in maniera incondizionata con una professionalità rispecchiata da grandi risultati, non si cancellano in questo modo”. Di Mare dice di sentirsi tutt’altro che stimolato in questo periodo. “Per il bene di tutto il gruppo, abbiamo deciso di rimanere in silenzio e provare a capire ma con il passare del tempo si sono verificati episodi, come la mancata partecipazione al Memorial d’Aloja, che hanno creato un clima di sfiducia. Quel che percepiamo è la volontà di distruggere tutto il lavoro fatto in precedenza da Mimmo”. Di Mare ed alcuni suoi compagni volevano cambiare Società. “Il dirigente e il nuovo capoallenatore ci hanno promesso un progetto di successo ma stiamo vivendo questa nuova situazione senza stimoli e con la sensazione di esser poco seguiti. Adesso io e Luca, per esempio, non ci sentiamo più in condizione di pensare alla possibilità di gareggiare con la Nazionale”.

Il secondo Meeting ed il futuro. “Ci hanno detto che faremo il 4 con. Barca non selettiva e di livello bassissimo. Dicono che dobbiamo confrontarci con i forti ma i forti stanno in due e quattro senza. Sento svanire, giorno dopo giorno, il mio sogno. Qualcosa che io ma anche  i miei compagni abbiamo costruito in questi 10 anni. Me la prendo anche perché non ci hanno voluto far andare in un’altra società. Il mio stato d’animo è davvero a terra. Prima volavo alto, pensavo in grande pur consapevole di non esser ancora un campione ma avevo, dentro di me, la forza per provarci. Oggi, dopo questo mese tristissimo, odio questo sport e vorrei smettere”.

Lo sfogo di Giuseppe termina qui e l’unica cosa che mi sento di dirgli è di non mollare. Perché l’epilogo evocato nell’ultima riga sarebbe una sconfitta per tutti. Il CN Posillipo ha il diritto di fare le sue scelte, anche quella di privarsi di un allenatore come Mimmo Perna dopo 32 anni, ma certo, allo stesso modo, deve interrogarsi seriamente su situazioni di disagio come questa. Per CanottaggioMania, in questa vicenda, non è importante stabilire chi ha ragione e chi torto. Il desiderio è tornare a vedere questi ragazzi sorridenti, pronti a mettersi in gioco per raggiungere i loro obiettivi, e il principale impulso deve arrivare da dirigenti e tecnici. Tutto questo, ne sono certo, starà a cuore anche ai due Pasquale, Aiese e Marigliano, che mi auguro aprano presto un momento di confronto con questi giovani e le loro famiglie per tracciare la rotta in vista di un futuro nuovamente di successi. Gioie che naturalmente confido possa nuovamente raggiungere anche Mimmo in una nuova avventura.

6 pensieri riguardo ““Hanno spento il mio sogno””

  1. lo sport è condivisione, amicizia e fratellanza. Questi sono i valori che Mimmo ci ha insegnato e che sono stati violati. E’ vero, il CN.POSILLIPO ha il diritto di cambiare ma 32 anni devono essere trattati con rispetto. Altro non c’è da dire. Il mio abbraccio fraterno va a Giuseppe, non mollare.

  2. Ciao Giuseppe
    “de ilusion tambien se vive”
    ma ricordati che i veri guerrieri muoiono in piedi combattendo
    fino alla fine.
    In bocca al lupo
    Antonio

  3. Ciao Giuseppe,
    Chi ti scrive è un ex atleta del CNP, a suo tempo fui costretto a smettere x cause di forza maggiore (studio, genitori e schiena). Penso di poter capire come ci si senta quando a venir meno sono i pilastri portanti della tua carriera agonistica e nel caso dei canottieri della loro vita stessa. Quando fui costretto a lasciare, lasciai li sul molo del circolo la parte più bella della mia infanzia/adolescenza. Ricordo che salutai Lello Polzella x l ultima volta e poi finii nel dimenticatoio come uno dei tanti che aveva vinto un campionato italiano e poi era sparito.

    Ebbene io ti dico, a distanza di ormai quasi 10 anni dal momento in cui abbandonai questo sport, che ormai sei fottuto..potrai mettere in cantina i body, il nastro isolante, le maglie termiche, le medaglie e tutto quanto, ma ogni volta che penserai ai momenti di questo sport, lo sfrigolio dell acqua sotto la barca, la prua che si impenna ad ogni palata, la scarica di adrenalina in partenza, le urla dei timonieri e dei tuoi allenatori che ti stimolano a dare l’anima…credimi..nn potrai fare a meno di tirarti a testate nel muro e chiederti: perché ho smesso?

    La vita si sa, va un po come le pare e purtroppo x cause di forza più o meno maggiore, siamo costretti ad assecondarla. .ma il consiglio che ti do, facendo un po il fratello maggiore, è di non smettere..perché in fondo questo non è nient altro che un momento di appannamento dopo l allungo sui 1000 metri..poi arriveranno le urla della gente sugli spalti..e vedrai che sostanzialmente, nonostante l appannamento avrai ancora più voglia di prima di continuare a spingere.

    Mimmo è sicuramente stato nel corso dei suoi innumerevoli anni una persona di spicco del CNP ma se tu davvero credi in te, nelle tue qualità e nel piacere che il praticare questo sport ti dà, credimi mollare è la peggior scelta che tu possa fare.

    Auguri x tutto e spero di vederti presto tra i vincitori del mondiale juniores 🙂

    Enrico.

  4. Giuseppe chi ti scrive è un vecchio canottiere e fino a due anni fa dirigente sportivo dell’Ilva Bagnoli , quindi una persona che è vissuta in gioventù e in parte della vecchiaia di pane e canottaggio. Sono cresciuto insieme a Mimmo Perna, stesso circolo, quello glorioso giallorosso, stesse comitive, stessi ideali, grande feeling tra di noi e grande amicizia. A Mimmo voglio e ho voluto sempre un gran bene e ritengo che per il canottaggio Napoletano perdere un’allenatore e un’appassionato come Mimmo sia l’ennesima sconfitta. Mi rendo conto del tuo smarrimento nel trovarti senza più quella che è stata la tua guida , morale e sportiva, negli anni della tua crescita agonistica ma il consiglio che posso darti, per mia esperienza passata, è di non mollare. Prova a dimostrare ai due Pasquale, che di canottaggio ne masticano tanto, il tuo valore. Obbligali a fare le scelte che tu reputi le migliori convincendoli con allenamenti efficaci e che dimostrino sempre di più il tuo effettivo e indiscutibile (a mio avviso che ti ho visto crescere anche se dalla sponda di Bagnoli) valore. Non mollare, perché riprendere poi sarà difficilissimo, non mollare perché poi quando sarai avanti con gli anni non ti perdonerai mai , ma proprio mai , di non essere riuscito a capire quali fossero effettivamente i tuoi limiti e il tuo valore. Il canottaggio in gioventù è assimilabile ad una sorta di “droga benefica” che potrai abbandonare , senza patirne poi l’astinenza, solo dopo che sarai in grado di affermare senza ombra di dubbio: questo è il mio valore e questo posso fare. Se abbandonerai prima , come feci io circa 35 anni fa, prima di essere riuscito a fare questa affermazione vivrai costantemente con questo rimorso sportivo.
    Parola di ex canottiere.
    Ad majora e non mollare mai.
    Sergio Cuollo.

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