Il Sudafrica è realtà emergente del Canottaggio internazionale tanto è vero che nelle ultime due edizioni dei Giochi Olimpici trova collocazione sopra la nostra Italia. Un oro a Londra 2012 con il 4 senza Pesi Leggeri, un argento a Rio de Janeiro 2016 con il 2 senza senza dimenticare l’ottima performance del 4 senza, quarto alle spalle di Gran Bretagna, Australia e dei nostri azzurri Vicino, Lodo, Castaldo e Montrone.
La storia di Lawrence Brittain, per tornare al 2 senza, è eccezionale. Il padre ex Nazionale, la madre medico dei vogatori sudafricani, i fratelli vogatori (il fratello Matt oro nel 4 senza PL). Lawrence, innamorato del rugby (e come potrebbe esser diversamente!) e della mountain bike. Un’escalation importante nel canottaggio, una strada in discesa con imprevisto potenzialmente fatale. Il sogno olimpico potrebbe non realizzarsi: nel 2014 gli viene diagnosticato il linfoma di Hodgkin, grave malattia alle ghiandole linfatiche. “La malattia mi ha tolto la certezza di partecipare, ma non la voglia di continuare a sognare. Quando due anni dopo, a Rio de Janeiro, ho raggiunto la linea di partenza per affrontare la batteria per me è stato uno dei momenti più incredibili della mia vita”.
Brittain ricorda quei momenti. “Sono una persona positiva e determinata. Quando il cancro e la chemio, esperienza davvero terribile, hanno attaccato il mio corpo, ho dovuto usare la testa per poter combattere. Certe esperienze ti aiutano a diventare forte dentro”.
Si può dire che il 2 senza, anziché l’argento, a Rio ha vinto due volte l’Olimpiade. Quella dei “normali”, classificandosi subito alle spalle degli irraggiungibili alieni Murray e Bond. Quella della vita, proprio nel momento in cui Lawrence, assieme al compagno Shaun Keeling, ha sentito il segnale di partenza della batteria.