L’anno di Federica

La concentrazione di Federica Cesarini, nella foto di Matteo Oppo
La concentrazione di Federica Cesarini, nella foto di Matteo Oppo

Tra le giovani promesse del Canottaggio italiano, in evidenza quest’anno, c’è anche lei. Federica Cesarini. L’atleta della Canottieri Gavirate termina il quadriennio 2013-2016 con le preziose medaglie conquistate ai Mondiali Under 23 (bronzo) ed Universitari (oro).  Vicinissima, inoltre, alla possibilità  di difendere i colori azzurri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Cresciuta grazie ai preziosi insegnamenti di Giovanni Calabrese. Questa chiacchierata è importante per parlare dei recenti risultati e, naturalmente, guardare al futuro. 

Federica, nel settembre 2012 concludevi il quadriennio da timoniere dell’otto femminile medaglia d’argento agli Europei. Cosa ricordi di quell’esperienza?
“Quell’esperienza mi ha aiutato tantissimo, perché sono stata a contatto per la prima volta con il canottaggio di alto livello dove ho imparato tantissimo… Mi ricordo che durante gli allenamenti e finita la gara avevo tantissima voglia di allenarmi e di mettere in pratica tutto quello che avevo imparato”.

Come ti spieghi questa tua straordinaria ascesa e, in particolare, i risultati dell’ultimo anno?
“Ho finito la stagione nel 2015 con un infortunio alla schiena. Sono dovuta stare ferma per 3 mesi è stato un periodo molto difficile ma poi, passato quel periodo, ho iniziato ad allenarmi senza troppi pensieri. Mi bastava già solo potere uscire in barca, con il passare del tempo non mi volevo accontentare di allenarmi senza ambire a qualcosa di più e insieme al mio allenatore abbiamo iniziato un percorso che mi ha portato fino a qua”.

canottaggiomania_rodini_cesariniTu e Valentina Rodini, fatte l’una per l’altra? Quali pregi ha l’una, quali l’altra? Quali, invece, i difetti?
“Io e Vale ci conosciamo dal 2012, è stata un’atleta di riferimento perché fisicamente eravamo molto simili e un giorno mi sarebbe piaciuto diventare forte come lei. Quest’anno, in barca, ci siamo subito trovate molto bene. Tutte e due cerchiamo sempre di ottenere il massimo quando ci alleniamo, entrambe siamo molto competitive e quando siamo insieme ci sfidiamo, ovviamente sempre in modo giocoso, ma questo ci ha fatto crescere molto. All’inizio ero un po’ in ansia ma già dalla prima uscita ci siamo trovate benissimo perché entrambe vogliamo crescere e ottenere sempre il miglior risultato”. 

Rio: quanto hai creduto alla possibilità di poter coronare a soli 20 anni il tuo grande sogno? E c’è stata delusione per la mancata selezione?
“Quando ho scoperto quella possibilità certamente avrei voluto provarci, però è successo tutto così in fretta e non ho avuto neanche il tempo di realizzare la cosa che già mi avevano detto che per un problema burocratico non potevo neanche provarci. Ci sono rimasta male all’inizio ma penso che per ogni traguardo ci siano le giuste tappe da affrontare. E’ stato molto più pesante non poter provare la barca con Valentina nel periodo del raduno under 23”.

Mondiali Under 23: più felicità per il bronzo o rabbia per un oro che ai 1000 metri sembrava vicinissimo?
“Sono felicissima del mio Mondiale, ci abbiamo provato ma non è bastato per vincere. Sapevamo benissimo che il livello era molto alto, che Olanda e Nuova Zelanda (campionesse in carica da 2 anni ) erano due equipaggi molto forti. Entrambe, infatti, provavano la barca da marzo…”. 

Mondiali Universitari: quali emozioni hai provato in quel contesto e, soprattutto, nel corso della finale e poi della premiazione?
“Una bella rivincita. Abbiamo saputo crescere dai nostri sbagli e siamo andate in gara con più sicurezza. Non ci aspettavamo un risultato del genere perché durante gli allenamenti avevamo visto la Russia andare veramente forte ma abbiamo pensato a fare il nostro e a divertirci e il risultato è arrivato”.

Federica tricolore (foto Claudio Cecchin)
Federica tricolore (foto Claudio Cecchin)

E durante le vittorie ai Campionati Italiani con tanto di record?
“Un’altra rivincita, questa volta personale, dopo due argenti nel 2014 e un altro nel 2015. Ottenere quei due titoli in più, con due record, è stata una soddisfazione indescrivibile. La la vittoria in casa , soprattutto, è stata bellissima”.

Cosa c’è nel tuo futuro?
“Penso ad allenarmi per inseguire una stagione ancora più bella e spero di poter entrare in un corpo militare”.

Quali persone desideri ringraziare per la tua crescita?
“In primis, il mio allenatore Giovanni Calabrese che mi ha sopportato per tutta la stagione e penso non sia stato semplice. Poi la mia famiglia e le persone che mi sono state vicine, compresa naturalmente la mia Canottieri Gavirate”.

Come vedi, infine, il Canottaggio Femminile verso Tokyo 2020?
“Quest’anno il canottaggio femminile junior e under 23, a Rotterdam, è andato molto bene anche se penso che qualcosa debba cambiare. E’ evidente che in canottaggio, per ora, è uno sport molto maschilista e purtroppo solo quando avremo lo stesso sostegno degli uomini noi potremo fare il vero salto di qualità e presentarci a Tokyo con una squadra di spessore”.

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