Liz Nicholl da una parte e Steve Redgrave dall’altra. Liz è l’amministratrice delegata (Ceo) di Uk Sport, è colei che in Gran Bretagna ha potere decisionale in merito all’assegnazione dei finanziamenti dello Stato in materia di Sport. D’alto livello, of course. Steve Redgrave, 5 volte campione olimpico nella nostra disciplina, non ha certamente bisogno di presentazioni.
Due interviste a Repubblica, due chiacchierate con la bravissima Emanuela Audisio a 5 mesi di distanza. Due visioni molto diverse. Ve le proponiamo per una veloce lettura, sperando di stimolare un’attenta riflessione.
Sottolineiamo due passaggi.
Nicholl: “Programmazione, serietà, realismo. Non siamo un ente di beneficenza. Investiamo sul futuro e dove si vince. Finanziamo gli sport con soldi pubblici, quindi abbiamo una responsabilità […] Noi non partiamo dalla base per andare alla ricerca del risultato, facciamo l’opposto, partiamo dal risultato, e mettiamo in campo tutto il necessario per sostenerlo. Altrimenti azzeriamo gli aiuti […] Io uso soldi pubblici, devo avere criteri di scelta trasparenti, devo rispondere dei miei investimenti. Non puoi fare sport ad alto livello, a spese dello Stato, se non hai risultati.
Redgrave: “Niente soldi agli sport che non vincono? Non è giusto. Io preferisco il vostro sistema, il Coni. L’Italia vince di meno, ma invoglia più gente a fare sport […] Il sistema sportivo è un padre con tanti figli. Ora c’è la crisi e non ce la fa a mantenerli tutti, quindi ne deve sacrificare qualcuno e indirizzare altri verso discipline dove magari c’è meno concorrenza e più possibilità di eccellere. […] Da padre preferisco nutrire un po’ tutti i figli anziché privilegiare quello più dotato. In pratica preferisco piazzare più atleti in varie discipline anziché vincere l’oro in un solo sport”.
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Steve Redgrave