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L’UOMO DI CAMPO DICE 70. AUGURI, ANDREA COPPOLA!

“Andrea Coppola è ancora più vecchio”. Il titolo giocoso nel festeggiare i suoi primi 70 anni doveva esser questo ma, è davvero il caso di dirlo, i polpastrelli si sono bloccati. Perché, tutto sommato, è vero che il capello imbianca e lui, anno dopo anno, dice sempre che “è l’ultimo e poi smetto” ma in realtà, a contatto con tecnici e atleti giovani, ringiovanisce anche lui. Tutto merito di spirito e carattere, di quella positività che permette di vedere sempre la luce in fondo al tunnel. Non solo a livello sportivo, ma anche personale se penso a quella complicata gara vinta nel 2010 contro un meningioma.

L’olandese Louis van Gaal fece scalpore alla fine degli anni Novanta quando alla guida del Barcellona si presentò con un computer in panchina. Da Direttore Tecnico, nel 2007 e nel 2008, Andrea Coppola non amava stare seduto alla scrivania e preferiva, invece, stare nel piazzale di Piediluco a lavorare e lavorare, oltre che assumere decisioni importanti, significava parlare. E parlare significava condividere, confrontarsi, motivare, far crescere. Una chioccia, capace di far nascere eccellenti atleti e capaci tecnici.

Tutto questo si specchia in una carriera di grandi successi. Andrea ha vinto tantissimo sia nei moltissimi anni alla guida di Posillipo prima e RYCC Savoia poi, sia con la Nazionale. La sua prima Olimpiade, precocissima, a Los Angeles 1984 come tecnico societario del 2 senza di Aiese e Romano.

Uomo di campo, quello il suo ruolo preferito e dal successo all’unanimità riconosciuto all’interno della comunità remiera italiana. Ieri punto di riferimento per il DT Giuseppe La Mura, suo tecnico al CN Stabia e sua guida per la strada del Canottaggio allenato. Oggi braccio destro del DT Franco Cattaneo per l’area olimpica maschile. Domani… chissà! Auguri Andrea!

GADDI E VITALE NUOVE RISORSE PER L’AREA TECNICA FEDERALE

La Federazione Italiana Canottaggio conferma quanto anticipato su questo blog ormai 15 giorni fa. Agostino Abbagnale diventa allenatore del Gruppo Olimpico e, anche se l’house organ non lo sottolinea, vedrete che sarà impiegato nel settore prediletto: la Coppia maschile, in qualità di nuovo responsabile al posto di Claudio Romagnoli. Altre due figure nuove, come segnale di apertura della direzione tecnica, riguardano gli aggregati Carlo Gaddi e Federico Vitale, figlio dell’indimenticato presidente Riccardo (avvocato, deus ex machina di tante belle edizioni del Silver Skiff, figura brillante scomparsa nel dicembre 2011) e direttore tecnico della Reale Società Canottieri Cerea (fucina di tanti giovani talenti9.

Gaddi, 60 anni il prossimo 5 febbraio, è allenatore della Retica e figura nell’enciclopedia Treccani. “Ha iniziato a praticare il canottaggio a 19 anni, alla Moto Guzzi, sotto la guida dell’ex olimpionico e più volte campione d’Europa Giuseppe Moioli. Ha disputato 15 Campionati del Mondo, aggiudicandosi sette titoli iridati: 5 nell’otto, uno in 2 senza e uno in 4 senza; tre argenti e un bronzo completano il suo bilancio mondiale. Ha partecipato a tre edizioni dei Giochi Olimpici: nel 1988 a Seul, nel 4 senza senior (quinto), nel 1996 ad Atlanta nel 4 senza pesi leggeri (ottavo) e nel 2000 a Sydney ancora nel 4 senza pesi leggeri (quarto)”.

Stefano Oppo (Carabinieri), Laura Meriano (Carabinieri–SC Garda Salò), Stefania Gobbi, Veronica Lisi (Carabinieri-SC Padova), Niels Torre (Carabinieri-SC Viareggio), Chiara Ondoli, Bruno Rosetti, Ludovica Serafini (CC Aniene), Gaia Colasante (CC Irno), Luca Giurgevich (CC Saturnia), Lorenzo Gaione (CUS Torino), Jacopo Frigerio, Matteo Lodo, Niccolò Pagani, Mario Paonessa, Leonardo Pietra Caprina, Matteo Sartori, Simone Venier, Giuseppe Vicino (Fiamme Gialle), Alfonso Scalzone (Fiamme Gialle-RYCC Savoia), Giacomo Gentili (Fiamme Gialle-SC Bissolati), Valentina Rodini (Fiamme Gialle-SC Bissolati), Andrea Panizza (Fiamme Gialle-SC Moto Guzzi), Luca Chiumento (Fiamme Gialle-SC Padova), Alessandro Bonamoneta (Fiamme Gialle-SS Murcarolo), Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Pietro Ruta (Fiamme Oro), Veronica Bumbaca, Kiri Tontodonati (Fiamme Oro-CUS Torino), Davide Mumolo (Fiamme Oro-SC Elpis), Federica Cesarini (Fiamme Oro-SC Gavirate), Davide Comini, Matteo Della Valle (Fiamme Oro-SC Moltrasio), Stefania Buttignon (Fiamme Oro-SC Timavo), Giorgia Pelacchi (Fiamme Rosse-SC Lario), Giovanni Abagnale, Vincenzo Abbagnale, Gabriel Soares, Antonio Vicino (Marina Militare), Nunzio Di Colandrea, Salvatore Monfrecola (Marina Militare-RYCC Savoia), Cesare Gabbia (Marina Militare-SC Elpis), Davide Verità (Marina Militare-SC Monate), Andrea Carando (RCC Cerea), Volodymyr Kuflyk, Aniello Sabbatino (RYCC Savoia), Silvia Crosio (SC Amici del Fiume), Silvia Terrazzi (SC Arno), Nicolò Carucci, Giovanni Codato, Paolo Covini, Linda De Filippis, Riccardo Peretti (SC Gavirate), Nicholas Castelnovo, Ivan Galimberti, Patrick Rocek (SC Lario), Elisa Mondelli (SC Moltrasio), Pietro Cangialosi (SC Padova), Leonardo Tedoldi (SC Retica), Emanuele Gaetani Liseo (SC Telimar).

“CESADINI” MEGLIO AI REMI O IN MUSICA?

Voci dall’acqua è il disco cantato dai ragazzi della nazionale italiana canottaggio, ma anche da allenatori e altri protagonisti del nostro sport. Il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna per finanziare la ricerca contro il cancro.

Per acquistare scrivi a vocidallacqua@gmail.com e prenota il tuo CD o chiavetta oppure scrivi al 333.8352048. Per donare puoi versare con un bonifico al seguente IBAN: IT41B0833841571014014000092 intestato a ANAC (Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio). Causale: donazione volontaria.

Manda uno screenshot dell’avvenuto pagamento ed invia i tuoi dati. Prezzo minimo della donazione: euro 20. I ragazzi hanno messo cuore e impegno per questo progetto, dai anche tu il tuo contributo. Grazie di cuore.

Alla realizzazione del progetto hanno partecipato: Martinoli, Filippi, Salani, Indoor Rowing, Di-Bi, Roncari Trasporti. Un ruolo decisivo lo ha avuto anche l’ANAC: l’associazione ha partecipato alla nascita di Voci dall’acqua e si sta occupando della raccolta dei fondi che, al termine della vendita, saranno devoluti al Rizzoli di Bologna, tramite la Onlus Beat it, fondata dall’ex azzurro Mario Palmisano. (fonte ANAC)

RISIKO AREA TECNICA. SANTANIELLO TORNA ALLA GUIDA DEL COLLEGE DI PIEDILUCO

Giovanni Santaniello ai tempi del College nei primi anni Duemila

Significativi cambiamenti nell’area tecnica della Federazione Italiana Canottaggio. Un “risiko” avviato dall’uscita di scena di Claudio e Giancarlo Romagnoli, rispettivamente caposettore e collaborazione del settore olimpico della Coppia maschile. Un ruolo chiave, prossimamente assunto da Agostino Abbagnale, probabilmente con il sostegno di Vittorio Altobelli. Una scelta che, se confermata, aprirà anche un parziale rimescolamento della Punta.

Abbagnale, gradualmente, dovrebbe lasciare la responsabilità del College Remiero Giovanile di Piediluco. A chi? A Giovanni Santaniello, dice la vox populi. Il tecnico napoletano manterrà il settore del pararowing. Le due attività sarebbero, infatti, ritenute compatibili.

In questo caso, si tratterebbe di un ritorno. Dal 1993 al 1996 Santaniello è stato vice responsabile del College Nazionale di Piediluco prima di assumerne la guida e portare avanti, sino al 2004, la crescita di giovani atleti di alto livello per la Nazionale junior.

JOSY A STELLE E STRISCE

Josy Verdonkschot è pronto per una nuova sfida. A 65 anni suonati, il tecnico olandese lascia il proprio paese per approdare negli Stati Uniti e andare a ricoprire la carica di responsabile dell’alta performance dopo la peggiore Olimpiade della storia a stelle strisce.

Qualità di eccellenza e lungimiranza, capacità manageriali, attenzione alla cura degli atleti, profonda conoscenza della tecnologia. Queste alcune delle principali ragioni della scelta, illustrate dalla CEO di UsRowing Amanda Kraus dopo una lunga ricerca. C’è da ricostruire il Canottaggio di vertice statunitense dalle fondamenta.

Dal 2014 al 2021, con la Federazione olandese, due ori e un totale di sette medaglie olimpiche. Josy non vede l’ora di iniziare la nuova avventura. Non possiamo che augurargli un’esperienza internazionale più felice di quella registrata in Italia tra il 2009 e il 2012 dove, pur riuscendo ad allargare la base del settore femminile di vertice, non riuscì ad andare oltre la qualificazione olimpico del 2 senza Bertolasi-Wurzel, poi ultimo a Londra 2012.

CONTRIBUTI “SPORT E SALUTE”: PIU’ PESO ALLA POPOLARITA’, MENO VALORE ALLE MEDAGLIE

Il Cda di Sport e Salute ha approvato l’assegnazione dei contributi pubblici 2022 agli Organismi Sportivi. In totale verranno distribuiti 288 milioni di euro allo sport italiano con un incremento di 8 milioni rispetto alla previsione di legge.

E’ una bella notizia. E’ anche importante evidenziare che “la Sottosegretaria con delega allo Sport Valentina Vezzali si avvarrà della società Sport e Salute per destinare ulteriori 80 milioni agli Organismi Sportivi, attraverso progettualità volte alla promozione dello sport e all’allargamento della base dei praticanti”.

Quel che probabilmente non farà piacere alla dirigenza della Federazione Italiana Canottaggio, anche se ancora non ci sono stati interventi in merito, è il cambiamento del criterio di assegnazione dei contributi.

Storicamente i fondi venivano attribuiti con un sistema che prevedeva che i risultati sportivi conseguiti nell’anno pesassero per l’80% del totale, col restante 20% dipendente dalla popolarità della disciplina, misurata anche tramite numero di tesserati e di società.

Dal 2022, invece, aumenta al 30% l’incidenza della pratica sportiva, mentre il “peso” dei risultati sportivi passa al 60%, ed il rimanente 10% è il valore dato all’efficientamento delle risorse. 

Il portale Olimpia Azzurra sottolinea che “da questo scenario, sono ben 13 le federazioni sportive che ne usciranno con l’aumento-tetto del 15,2% rispetto alle entrate dello scorso anno (atletica, pallavolo, tennis, ciclismo, vela, ghiaccio, taekwondo, ginnastica, arco, danza sportiva, armi sportive, pesca sportiva). In termini assoluti, la Federazione Italiana Pallavolo sarà quella che avrà il maggior aumento nei contributi, con una crescita di quasi 1,8 milioni di euro, seguita dall’atletica (1,679 milioni) e dal ciclismo (769mila)”.

La Federazione Italiana Canottaggio, anche a Tokyo 2020, conferma di esser tra le realtà più virtuose a livello di risultati olimpici. Preoccupa, semmai, la questione popolarità come dimostra anche l’allarme più volte lanciato dalle campionesse olimpiche Federica Cesarini e Valentina Rodini. In questo triennio, servirà lavorare molto anche sul fronte promozionale.

LA PALMA DELLA DISCORDIA

 “Allenatore di 3° livello con grande esperienza professionale e con oltre 40 anni attività con la SC Bissolati. Tecnico federale del Settore Femminile, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 seguendo anche il doppio Pesi Leggeri femminile sul quale vogava Valentina Rodini, nata agonisticamente tra le fila della Bissolati e vincitrice della medaglia d’oro insieme a Federica Cesarini. Durante la sua lunga carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali la Palma d’Argento al merito tecnico da parte del CONI. Tecnico amato dai propri atleti anche per le sue spiccate doti umane, che gli permettono di essere sempre al fianco dei propri atleti”.

Condividiamo totalmente le motivazioni con cui FIC, di concerto con ANAC, scelgono di assegnare il Premio Mondini 2021 a Luigi Arrigoni. Oltre 45 anni di Canottaggio “allenato”, festeggiati con un traguardo eccezionale tagliato insieme al caposettore Stefano Fraquelli. Il primo, storico, oro del doppio Pesi Leggeri femminile con le straordinarie Federica Cesarini e Valentina Rodini

Ma allora perché non riconoscere il valore della prima medaglia d’oro olimpica nel Canottaggio femminile con la palma d’oro al merito tecnico? A Luigi così come a Stefano? Perché trasformare la palma da simbolo di pace in elemento di discordia? Perché è assurdo che si sia completamente tralasciato il Canottaggio!

Ne hanno assegnate ben 25, non solo a tecnici federali ma anche alle guide di singoli atleti! Ecco i “palmati”: Claudio Nolano (DT Taekwondo), Michele Marchesini (DT Vela), Gabriele Bruni (Vela), Antonio La Torre (Dt Atletica Leggera), Marco Tamberi (Atletica Leggera, allenatore di Gianmarco Tamberi), Paolo Camossi (Atletica Leggera, allenatore di Lamont Marcell Jacobs), Sebastian Bacchieri (Atletica Leggera, allenatore di Eseosa Fostine Desalu), Francesco Garau (Atletica Leggera, allenatore di Lorenzo Patta), Salvino Tortu (Atletica Leggera, allenatore di Filippo Tortu), Filippo Di Mulo (Atletica Leggera, allenatore della 4×100), Patrizio Parcesepe (Atletica Leggera, allenatore di Antonella Palmisano e Massimo Stano), Pierluigi Aschieri (DT Karate), Claudio Guazzaroni (Karate, allenatore di Luigi Busà), Roberto Mancini (CT Nazionale di calcio campione d’Europa), Davide Mazzanti (CT Nazionale femminile di Pallavolo), Ferdinando De Giorgi (CT Nazionale maschile di Pallavolo).

E il Canottaggio, né con Luigi né con Stefano, c’è. Loro, quest’anno, mantengono l’argentata qualifica ottenuta in passato ma sicuramente, per aver cambiato in questa Olimpiade (grazie a 4 anni di super lavoro) la storia del Canottaggio femminile, almeno quella d’oro la meritavano. Chi farà giustizia? Speriamo il nostro Consiglio Federale faccia presente questa profonda disparità di trattamento tra il nostro e gli altri sport.

Nota a margine. Non sono riuscito a trovare da nessuna parte una fotografia di Fraquelli e Arrigoni insieme a Cesarini e Rodini, accanto alle quali ho invece trovato figure dirigenziali di ogni gusto e tipo… Può essere che la lontananza dall’ambiente si traduca nella mia incapacità di riuscire a trovare le info sul sito federale, che per altro un tempo dirigevo (epic fail!), ma secondo me la ragione è un’altra e sta nel fatto che semplicemente Stefano e Luigi sono due formiche operaie (lontane dai riflettori) e non due cicale. Per questo la Palma gliela dovremmo fare avere in platino!

AGOSTINO ABBAGNALE ALLA GUIDA DELLA COPPIA MASCHILE

Fa piacere tornare a scrivere qualcosa su questo blog a distanza di qualche mese per parlare di una figura di grande valore. La FIC ancora non lo ha ufficialmente comunicato ma salvo sorprese, sarà lui il successore di Claudio Romagnoli. Parlo del tre volte campione olimpico Agostino Abbagnale, negli ultimi 10 anni salda guida del College Remiero Giovanile. Una persona molto ben voluta dagli Atleti, soprattutto quei giovani che hanno iniziato il loro percorso agonistico proprio sotto la sua ala a Piediluco. Un grande lavoratore di solidi principi, abituato a esprimersi più con i fatti che con le parole come dimostrano anche i tre allori olimpici: Seoul 1988, Atlanta 1996 e Sidney 2000.

Seguirà un settore in buona salute. La Coppia maschile, fortemente rivitalizzata da Claudio Romagnoli nell’ultimo quadriennio con la medaglia del doppio Pesi Leggeri Ruta-Oppo (sempre sul podio a Europei e Mondiali) alle Olimpiadi di Tokyo e gli exploit del giovane 4 di coppia: campione mondiale 2018 e bronzo iridato 2019 prima della sfortunata finale giapponese. A Claudio, ora responsabile tecnico della Canottieri Varese, andrà sicuramente il ringraziamento della Federazione per aver coperto vari ruoli sempre con grande applicazione e sempre con il comune obiettivo di far crescere giovani talenti: dagli Junior (sino al 2012) alle Donne (sino al 2016) per arrivare alla Coppia in quest’ultimo quadriennio. Gli ultimi 8 anni condivisi con il fratello Giancarlo, anch’egli ai saluti dopo tante soddisfazioni. Ad Agostino in bocca al lupo personale e della comunità remiera.

STATI UNITI FUORI DAL MEDAGLIERE. E’ LA PRIMA VOLTA DAL 1908

Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, nessun equipaggio statunitense è tornato a casa con una medaglia al collo. Gli Stati Uniti hanno vinto medaglie in ogni regata olimpica, ad eccezione del 1908 e del 1980, quando la nazione non ha gareggiato, sin dall’inizio ai Giochi nel 1900.

Tutte e nove le barche non sono riuscite a raggiungere il podio, con cinque equipaggi che si sono piazzate nella finale A: l’otto femminile, l’otto maschile, il doppio leggero femminile, il doppio femminile e il 4 senza maschile. I migliori risultati sono stati i quarti posti delle Ammiraglie.

“Come organizzazione, abbiamo già avviato il processo di revisione dei programmi della nostra squadra nazionale, che includeranno feedback e analisi da questi Giochi Olimpici” ha dichiarato il direttore statunitense High Performance Matt Imes che ha declinato una richiesta di intervista di Usa Today. “USRowing si impegna ad apportare le modifiche necessarie per fornire ai nostri atleti la migliore struttura e ambiente possibili per raggiungere il successo a Parigi 2024 e oltre”.

“Non credo che ci sia nulla che avrebbe cambiato lo sforzo che abbiamo messo là fuori”, ha detto la tre volte olimpionica (2008, 2012, 2016) negli otto donne Meghan Musnicki. “La spinta che abbiamo messo, quanto duramente ci siamo allenati negli ultimi cinque anni… Ma immagino di no. Non credo che ci sia qualcosa che avrebbe cambiato le cose. Tutte e nove abbiamo messo tutto in gioco oggi e sono molto orgoglioso di questo”.

LE ALI DI STEFANOS

Ci sono un po’ di cose, quantomeno difficili, da credere nel primo Oro nel Canottaggio alle Olimpiadi per la Grecia. Innanzitutto che sia il primo assoluto, anche contando i Giochi Antichi. Si svolgevano a Olimpia, tra i monti del Peloponneso settentrionale, lontano dal mare, ma accanto al fiume Alfeo. Possibile che non gli sia mai venuto in mente di far entrare gli sport acquatici nel programma dei Giochi? Forse Ercole, il semidio che li ha fondati, e che era stato anche rematore sulla mitica Argo, che di fatiche immani se ne intendeva, voleva risparmiare agli umani l’ammirazione per una disciplina tanto nobile quanto probante. Lo si può vedere su come sussulta lo scarno ma muscoloso Stefanos Ntouskos negli ultimi 1000 metri del singolo a Tokyo. Quelli sì veramente incredibili, tanto da far sembrare a confronto le vicende del figlio di Zeus delle bazzecole giusto degne di una parodia della Disney.

Ntouskos,24 anni, è quarto e non sembra poter realmente competere con il più quotato terzetto di testa. Verso i 750 metri comincia però ad acquisire un ritmo forsennato ma regolare. Sembra una fiammata giusto per sprizzare scintille, quindi un eroico tentativo di spendersi tutto sull’altare a 5 Cerchi prima che le sue speranze siano destinate ad andare in fumo. Bruciato per aver osato troppo come Icaro e aver osato rasentare il Sole. Invece vola sulle acque. Non cede di un palmo, anzi conquista sempre più terreno. Non allenta un istante la remata. Sembra una mitragliatrice in azione: un movimento meccanico e perfettamente oliato, eppure rapidissimo. La sensazione è che ogni volta che “sgancia” un colpo, a volare non sia un proiettile, ma lui stesso, di una decina di metri sulle acque. E gli avversari se ne stanno alla larga da un tal insospettabilmente pericoloso concentrato di agili muscoli e determinazione di ferro.

Non faceva paura all’inizio. Già si era conquistato le semifinali da outsider. Il suo percorso verso quello che è più di una semplice vittoria inaspettata, ma un vero e proprio trionfo, comincia però da così distante che non c’è da stupirsi che praticamente nessuno lo abbia visto arrivare. Da Rio e da cinque anni prima. Quando era ancora finalista, ma come peso leggero, nel 4 senza. Ha lavorato durissimo nell’ombra e adesso ha afferrato il Sole, per sé e per tutta l’Ellade. E quindi le braccia verso il cielo, azzurro e bianco come i colori della madre patria: «Mi sento perfetto. Mi sento veramente bene. Sono eccitato. Non ho parole. Sono felice. Sono veramente orgoglioso di mè stesso. Significa molto. È stata una gara davvero difficile. Cercavo di mantenere il contatto con i miei avversari. Sapevo che erano tosti. Sono contento di aver avuto la grande gara con loro perché so che sono i migliori al mondo».

Sull’exploit che lo consacra alla leggenda, spiega: «Ero terzo ai 750 metri, c’è stata una variazione per tenere fronte ai colpi. Ho cambiato il mio ritmo e la potenza, e mi sono trovato in testa. Volevo la medaglia d’oro così tanto che ho continuato ad andare e ad andare. Chi ha la forma migliore e la mentalità per andare continuare ad andare è il più tosto di tutti».

C’è un bel po’ di Italia in questo straordinario successo. L’orgoglio tricolore del caso è l’allenatore di Ntouskos, il napoletano Gianni Postiglione. Probabilmente l’unico che avrebbe invece scommesso sull’alloro Olimpico per il suo gioiello e che non ne è rimasto stupito. Con Stefanos, Gianni ha intensamente lavorato per trasformarlo non in Senior ma in colosso dopo esser partito da Peso Leggero. Lo ha forgiato come già aveva fatto con altri, tanti canottieri, molti italiani, in quasi 50 dei suoi primi 70 anni di vita.

Federico Burlando