Le Olimpiadi sono sempre più vicine. Due mesi. Oggi un primo e importante assaggio con avversari di qualità in tutte le specialità nonostante l’assenza di alcune tra le nazioni ed equipaggi più rappresentativi. L’Italia, forse meno brillante rispetto agli Europei di Varese, è ai primissimi posti in 6 delle 14 specialità olimpiche. Soffre di più ma lotta anche di più e tira fuori il carattere anche in situazioni difficili. Dove non arrivano le medaglie c’è comunque la voglia di esser tra i migliori. Due argenti, un bronzo, due quarti e un quinto posto, insieme alle tre medaglie di ieri nelle specialità non olimpiche: oro (Torre) e argento (Goretti) nel singolo pesi leggeri maschile e bronzo (Fede Cesarini) nel singolo pesi leggeri femminile.
Senza la Croazia, Lodo e Vicino conservano la seconda posizione continentale nel 2 senza: certo, in previsione olimpica, vanno tenute d’occhio sia l’affermazione della Serbia sia l’avvicinamento della Romania ma il fatto che questa finale non soddisfi pienamente nemmeno gli azzurri iridati 2017 in questa specialità è il segnale della giusta mentalità con cui si affrontano le sfide titaniche. La sazietà non è una sensazione che appartiene a Matteo e Peppe. Non dà gli esiti attesi il cambio di posizione in barca tra Rambaldi e Panizza nel 4 di coppia: insieme a Venier e Gentili, dopo l’alloro europeo, questa volta è “solo” argento di fronte a un Olanda che si riprende lo scettro di specialità con un colpo in acqua più efficace nel tratto centrale del percorso. Pippo, dall’alto, certamente spronerà l’equipaggio verso la rivincita che non potrà esser presa a Sabaudia (orange presenti solo con la punta) ma direttamente a Tokyo.
Valentina Iseppi, Alessandra Montesano, Veronica Lisi e Stefania Gobbi firmano il bronzo del 4 di coppia femminile. Un risultato di base già ampiamente soddisfacente, ancor più se considerato la vicinanza alle tedesche argentate. Solo mezzo secondo di differenza, con la Cina invece padrona incontrastata.
Oggi, nel doppio Pesi Leggeri, il messaggio lanciato dall’Irlanda è davvero forte. “Per batterci a Tokyo, dovrete impegnarvi allo spasimo”. E forse oltre, se consideriamo la facilità con cui dopo i 1000 O Donovan e Mc Carty si staccano dal gruppo di testa. Impetuosi e maestosi. Pietro Ruta e Stefano Oppo sono sempre tra i migliori: questa volta, rispetto a Varese, si avvicinano moltissimo ai tedeschi (12 centesimi) ma non basta per il podio perché tra irlandesi e Germania si inserisce la “vecchia” Norvegia, apparsa in netta crescita tra batteria e finale.
Matteo Castaldo, Bruno Rosetti, Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo chiudono con un finale rabbioso. Quarta piazza nel 4 senza ma la loro prova, per 1500 metri, non corrisponde alle aspettative. Sesti e ampiamente staccati dalla Gran Bretagna e dalla zona podio prima di rifarsi sotto e risalire la china, complice il crollo verticale della Polonia. Chiudono quinte Stefania Buttignon e Clara Guerra nel doppio senza mai mollare.