Polivalenza. Una qualità evidenziata nel suo percorso sportivo: la bravura nel salire cinque volte sul podio ai Mondiali di Coastal Rowing e il merito di aver qualificato il singolo azzurro alle Olimpiadi dopo 16 anni di assenza dell’Italia. Un “self made man”, capace di costruire parallelamente una carriera universitaria e lavorativa di successo con la Laura Magistrale in Ingegneria Navale e il Dottorato in Ricerca in Ingegneria Industriale e dell’Informazione.
Simone Martini (Canottieri Padova)ora è pronto per una nuova sfida: entrare nel Consiglio Federale, in quota Atleti, per il quadriennio 2021-2024 e mettere, quindi, a disposizione di tutto il movimento dei Canottieri la sua esperienza sportiva, universitaria e lavorativa. Dopo aver tagliato traguardi di elevata difficoltà, Simone, ancora una volta, si mette in gioco.

Simone, che cosa è per te il Canottaggio? Cosa lo rende unico ai tuoi occhi a differenza di altri sport?
“Per me il canottaggio è passione pura. Sono cresciuto con questo sport! Gran parte della mia formazione e del mio carattere lo devo a questo fantastico sport. Ho cominciato a remare in una piccola società di canottaggio, ma dalla grande storia, la “Canottieri Trieste” che mi ha fatto capire fin da subito come fosse accogliente la famiglia del canottaggio. Venivo da sport di squadra come il calcio e la pallacanestro ma mai mi sono sentito parte di una squadra come quando ho cominciato a remare. Lo stare all’aria aperta a fare attività sportiva e poter vedere la mia città da una prospettiva di lusso come quella del mare mi ha fatto innamorare definitivamente di questo sport”.
Per quali ragioni ti metti a disposizione degli Atleti per il prossimo quadriennio?
“Penso di aver ricevuto tanto da questo sport e vorrei in qualche modo restituire. Vorrei mettere a disposizione la mia esperienza sportiva ma anche quella universitaria e lavorativa. Mi definiscono una persona molto altruista: poter aiutare ed essere di supporto a tutti gli atleti del canottaggio italiano sarebbe per me motivo di grande gioia”.
Quali elementi della tua esperienza di Atleta della Nazionale saranno utili per questo nuovo ruolo?
“Prima di raggiungere la Nazionale maggiore ho militato per diversi anni nei gruppi azzurri Under 23 e universitario. Posso dire di aver toccato con mano le innumerevoli differenze che vi sono nell’affrontare un raduno di categoria o uno del gruppo olimpico. Impegni diversi richiedono attenzioni diverse. Penso che la vita da raduno non sia facile per nessuno, tanto più se provi a frequentare allo stesso tempo un corso universitario. Questa è un’esperienza che ho vissuto di persona quindi conosco bene quali possano essere le esigenze di un ragazzo che si approccia alla “dual career”.

In che modo secondo te il Consiglio Federale può, con la sua azione, migliorare il rapporto degli Atleti (Nazionale e non) con la Federazione e, quindi, far crescere la loro passione per il Canottaggio?
“In quest’ultimo quadriennio, l’attenzione è stata posta soprattutto sul gruppo olimpico. Possiamo affermare con certezza che ora la Nazionale è tornata ai fasti di un tempo. Il dialogo del Consiglio Federale con la nazionale maggiore non deve essere interrotto ma accresciuto. Allo stesso tempo ritengo che l’attenzione del Consiglio debba essere posta anche al resto del movimento remiero. Penso alle piccole società, ai giovani atleti, agli universitari e a tutti coloro che vogliano praticare il nostro sport solamente perché è bello e li fa stare bene”.
Ci sono altri settori di cui ti piacerebbe occuparti una volta entrato in Federazione?
“Mi piacerebbe molto interessarmi di quei settori dove ho auto un esperienza diretta, sia il canottaggio universitario che il Coastal Rowing. Quest’ultimo lo ritengo un ottimo strumento di promozione e diffusione del nostro sport. Con il canottaggio costiero possiamo portare il nostro sport li dove finora non c’è mai stato. Non solo canottaggio a livello agonistico quindi, ma anche una forma di turismo praticata in barca a remi”.