
Lo scorso 17 novembre a Roma, il Presidente Giovanni Malagò ha comunicato che all’Unione Canottieri Livornesi è stato assegnato il Collare d’Oro al Merito Sportivo.
L’Unione Canottieri Livornesi venne costituita nel 1919 dalla fusione di tre società sportive di canottaggio: la Alfredo Cappellini fondata nel 1876, il Club Nautico il Remo fondato nel 1895 e il Club Nautico Livorno fondato nel 1908.
E’ la società di appartenenza degli “Scarronzoni”, argento alle Olimpiadi di Los Angeles 1932, a solo 2 decimi dagli americani della Berkeley University, e alle Olimpiadi di Berlino 1936, battuti solo dall’Università di Washington.
Due sono gli episodi principali che danno l’idea della forza d’animo – prima che fisica – degli Scarronzoni. Nel primo caso il protagonista è il timoniere Cesare Milani. Tecnico di voga all’Accademia Navale di Livorno, aveva un buon stipendio che tuttavia non riusciva a “gestire”. Fu così che alla presentazione dei giovani rampolli dell’università di Cambridge, avversari degli Scarronzoni in una regata internazionale, Milani sentì che tutti i vogatori inglesi venivano definiti “pari d’Inghilterra“, titolo nobiliare nel Regno Unito. Dopo aver sentito l’ennesimo “pari d’Inghilterra”, Milani dal basso della sua statura gridò: “Beati voi che siete pari, a Livorno m’avanzan tutti”. Ancora più tipicamente livornese è l’altro episodio curioso sugli Scarronzoni che mette in luce il grande orgoglio dell’equipaggio. L’otto labronico, a Pallanza, sul lago Maggiore, avrebbe dovuto completare un allenamento di “defaticamento“, ma qualcuno della barca lanciò scherzosamente un livornesissimo “il budello di su’ma’ chi molla”, non proprio un complimento per una mamma. Per difendere l’onore delle madri, gli otto Scarronzoni partirono alle 16,30 e alle 21,30 un motoscafo fu costretto ad andar loro incontro. Si racconta che si scorgesse già la Svizzera.