Io, Presidente!

Io e GLC
Io e GLC

Tra una settimana, il prossimo 5 settembre, sarà esattamente trascorso un anno dalla sua scomparsa. Così improvvisa, così dura ad abituarsi, cosi difficile. Gian Luigi Corti, mio grande direttore, datore di lavoro e fondamentale maestro dal 2000 in avanti.  Sono le 18 passate, si passate insieme a 4 caffè. Sono seduto al mio posto in ufficio e sto sfogliando le bozze del libro che gli dedicheremo per ricordare la sua storia di giornalista, dirigente sportivo, imprenditore e infine editore.

Tanti, tantissimi ricordi legati alla sua Pallavolo. Genova e la serie A con squadre maschile e femminile. Nessuno come lui. Sedici anni in Fipav, prima come consigliere e poi come vicepresidente e responsabile della Nazionale. Scorro le pagine, leggo di GLC al lavoro negli uffici federali assieme a Silvano Prandi per creare la Generazione dei Fenomeni.  Ecco il capitolo olimpico, caspita sto leggendo da due ore. Los Angeles 1984: non solo la prima grande Olimpiade vinta dal 2 con dei fratelli Abbagnale ma anche quella in cui Gian rotola sul pavimento americano in gomma dopo il punto decisivo del 3-0 contro il Canada. È il primo storico bronzo… È il frutto di una attività di semina lunga anni. GLC la condive con tutti i clubs. Pagina 120, gli occhi si chiudono e la testa inizia a pesarmi…
“Marco, Marco… Ma mi stai ascoltando?”. Rialzo la testa dalla scrivania, riapro gli occhi. Davanti a me c’è il nostro DT Cattaneo.
“Certo” rispondo io grattandomi la barba sotto il mento.
Allora la mia relazione sull’attività di preparazione è conclusa. La squadra, lo staff tecnico e medico. Ci sono tutti i nomi. Siamo dentro il budget ma se tu e Alessio riuscirete a parlare con il Coni magari potremo spuntare un paio di raduni in più”.
“Franco, stai tranquillo. Provvediamo noi” è il vocione che si leva alle sue spalle. È Sartori.  Ma siamo a Londra  e c’è anche Romano? No, sembra di no.
Si, si, Franco. Non ti preoccupare. Il piano operativo è ottimo. Grazie per averci aggiornato” dico io, mentendo spudoratamente senza aver sentito una parola.
Cattaneo non lo frego, si accorge della mia totale lontananza dall’argomento in questione. “Certo certo Marco, come no. Forse stavi facendi meditazione con gli occhi chiusi mentre parlavo – scherza – Fortuna che con il vicepresidente mi conosco, intendo e siamo in sintonia da tanti anni”. 
Alessio vicepresidente, io che parlo con loro di area tecnica… Mah.
“Ehi voi tre, ricordatevi che dovete sempre passare da me“. Accento lombardo alla mia sinistra.  Che ci fa qui Fabrizio Quaglino? “Guarda Marco che anche l’altro vicepresidente, quello che insieme agli uffici federali vi prepara ogni anno il bilancio, vuol esser informato su tutto. Non dimenticatelo”.  
Bilancio? Io penserei di più alla bilancia, ti trovo un po’ ingrassato” ribatto io ghignando.
Scusate, ora che gli argomenti dell’area tecnica sono esauriti noi avremo delle precise richieste da fare a nome degli Atleti”. È Sara Bertolasi, al suo fianco c’è Alessandra Patelli.
Cinque minuti di intervento in cui si alternano entrambi. Le stimo molto per il loro percorso sportivo, universitario e lavorativo. Intanto i tre sopra citati annuiscono, io però ancora ho delle nubi da spazzar via.
“Il prossimo punto è relativo agli eventi e rapporti internazionali – interviene  Pasquale TriggianiVorrei relazionare in merito all’ultima riunione FISA”. Mentre parla, non lo ascolto ma la mia mente va ai Mondiali Coastal di Bari, anzi all’ampia mangiata del dopo premiazione.
Attimo di silenzio, rotto da una voce siciliana. “Signori, c’è da approvare il calendario dell’anno prossimo e poi vorrei anche sottoporvi un progetto relativo al Canottaggio giovanile per le nostre società”. Lorenzo D’Arrigo argomenta in maniera appassionata.
Si Lorenzo, mi sembra un buon metodo. Vorrei integrarlo con certi aspetti riguardanti lo sviluppo dell’attività femminile“. Sono parole di Martina Orzan. Che bello il Canottaggio quando parla una unica lingua, quella della passione e della crescita, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. Che bello anche se la mia presenza in quella sala mi appare quantomeno curiosa.
“Se serve un approfondimento io posso parlare con la Commissione Direttiva Arbitrale“. Questa volta è la toscana Manola Marinai a intervenire e a dire poi la sua sulla necessità di fare sempre chiarezza quando ci rivolgiamo ai dirigenti societari per presentare una iniziativa.
Ragazzi, quando avete tutto pronto ditemelo e cerchiamo, con il nostro staff Comunicazione e social, di promuoverlo al meglio”. Caspita, c’è anche il piemontese Umberto Dentis. È qualche anno che non lo vedo, dall’ultima infinita Silver Skiff con le solite decine e decine di premiazioni finali!
Ma qui lavorano tutti tranne che il Presidente che guarda e non fa niente?”. Tutti si girano verso di me e sorridono. “Allora, Marco?”. Guardo di fronte a me. È Giuseppe Abbagnale e sul cavalierino posizionato di fronte a me c’è indicato “Presidente Onorario FIC”.
Ma allora io… Ma nooo. Ma è incredibile. Ma davvero sono diventato il Pr…
Riesco a salvarmi dalla punzecchiata di Abbagnale in corner con una battuta, la prima stupidaggine (ah quelle non mi mancano mai) che  mi passa per la testa.
Mio caro Peppe,  ma io non devo proprio fare niente. Da quando ci siamo passati il testimone, la nostra Federazione  è diventata come un sistema solare e io sono immobile come il Sole attorno al quale fruttuosamente girano non otto ma addirittura dieci splendidi pianeti”.
Esplode la risata di tutti i presenti.
“Marco, Marco, scusa se ti ho svegliato ma qui, capirai, dobbiamo terminare. Quando vai via?”. 
“Dobbiamo finire il Consiglio Federale. L’aereo sarà dopo le 20”. 
“Aereo? Ma cosa stai dicendo? Qui fuori c’è rimasta solo la tua macchina!”.
Riapro gli occhi. A sorridere a più non posso, nella foto di pagina 120 insieme al presidente Pertini e alla Nazionale di Pallavolo di Los Angeles, è Gian Luigi. A parlare,  con tono ora indispettito, è Lino dell’impresa di pulizie.
Dai forza. Sono le 22 e 30. Devo pulire il tuo ufficio, ma quando te ne vai?”. 

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