Gianni Postiglione, nel suo ruolo di FISA coaching director, parla di motivazione. E’ l’elemento trainante nell’anno di impegno supplementare richiesto dal CIO a tutti gli sportivi a causa dell’emergenza Covid-19.
Da coaching director, Postiglione lavora a stretto contatto con tutti i paesi in via di sviluppo. Più da vicino, collabora con Grecia, Lituania, Sudafrica e Serbia.
“La maggior parte dei vogatori dei paesi in via di sviluppo si stava preparando per le regate di qualificazione olimpiche e paralimpiche – racconta il tecnico partenopeo a WorldRowing – Si allenava con grande motivazione, cercando di cogliere l’opportunità di andare a Tokyo. Ora ragazzi e ragazze si sentono tristi perché negli ultimi sei mesi hanno sospeso gli studi e magari anche l’attività lavorativa per inseguire il sogno a cinque cerchi. Sono rimasti molto delusi nel sapere che le regole delle qualifiche potrebbero cambiare a causa di questa emergenza, anche se capiscono le circostanze particolari”.

Postiglione sottolinea di non usare mai le stesse frasi per motivare il proprio team. “Le stesse parole ripetute più volte perdono il loro significato, sebbene la ripetizione sia la madre dell’apprendimento. Questo è il momento giusto per affrontare il tuo livello di motivazione, non c’è interferenza degli allenatori. E’ vero che adesso non sono ancora fissati gli appuntamenti internazionali decisivi per il 2021 ma i canottieri sono abituati a lavorare duramente senza guardare la linea del traguardo”.
I momenti di attesa, senza programmi ancora definiti, sono, per Postiglione, il momento per curare gli aspetti teorici. “Ho chiesto ai miei atleti i preparare loro il programma di allenamento per le prossime due settimane. Organizzo incontri sulla teoria per renderli consapevoli di ciò che è necessario per essere un buon vogatore”.
Postiglione guarda all’emergenza Covid-19 e al ritorno alla normalità. “I miei genitori mi hanno parlato degli sforzi che hanno compiuto per andare avanti durante la seconda guerra mondiale. Alcuni episodi sono stati molto spaventosi. Dal punto di vista di un bambino, erano eroi che uscivano da una situazione così critica. Penso che questa generazione sarà il prossimo eroe che in futuro descriverà l’importanza della disciplina individuale per la sopravvivenza dell’umanità”.