Abbagnale rema contro Tokyo 2020. “Tuteliamo la salute degli Atleti, Olimpiadi tra un anno”

Giuseppe Abbagnale

Covid-19 raggiunge Sabaudia con il primo caso di positività, il Gruppo Olimpico della FIC lascia il raduno. Ragazzi e ragazze fanno così ritorno presso le loro case, anche in considerazione dell’annullamento di tutti gli appuntamenti internazionali (Memorial d’Aloja, Sabaudia, Varese, Lucerna)  dei mesi di aprile e maggio.

“La Federazione continuerà a seguire l’evolversi della situazione e se le condizioni sanitarie e normative del momento lo permetteranno, si rivaluterà la possibilità di richiamare in raduno tutto lo staff e gli atleti” scrive Giuseppe Abbagnale in una lettera a Gruppi Sportivi Statali e Società di appartenenza dei vogatori.

La salute è il primo valore da tenere bene in considerazione e il presidente della Federazione Italiana Canottaggio, molto coerentemente, lo ribadisce in un’intervista a Repubblica dove si spinge a chiedere il rinvio di un anno dei Giochi Olimpici.  “Aspettare ancora uno o due mesi per prendere una decisione definitiva, metterebbe a rischio la salute dei nostri atleti perché in questo periodo qualsiasi sportivo già sicuro o in corsa per andare a Tokyo si allenerà al massimo e nel nostro sport, come in tanti altri, non lo si può fare a casa. Quindi, malgrado tutte le precauzioni che si possono prendere, non si può essere al 100% sicuri di non correre rischi”. 

Come si fa a non esser d’accordo con chi, come Abbagnale, sostiene che “la tutela della salute dei nostri ragazzi viene prima di tutto”?  L’Olimpiade, oltre a esser il più grande evento agonistico del quadriennio, è anche una straordinaria occasione di incontro tra atleti di paesi e discipline diverse, quasi tutti concentrati in un unico posto: il Villaggio Olimpico. Tutto questo, nell’anno di una pandemia…. Con il peggio alle spalle, oppure no, impossibile a sapersi! Impossibile oggi ma, vedrete, anche tra 2 o 3 mesi.  Parlare di eventuale Olimpiade a porte chiuse, inoltre, sarebbe un autentico controsenso perché svilirebbe il senso stesso del più atteso degli appuntamenti sportivi.

Insomma, 2020 o 2021, la parola passa al CIO: speriamo che gli appelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità siano realmente recepiti con attenzione superiore alle sirene di sponsor e televisioni.

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