
E’ interessante, in chiave Parigi 2024, rileggere alcune dichiarazioni di Jean-Christophe Rolland (clicca qui) rilasciate alla vigilia del Mondiale di Plovdiv.
Massima cautela sull’inserimento di gare miste all’interno del programma olimpico, volontà ferrea di mantenimento delle attuali distanze sui 2000 metri “perché crediamo che l’aspetto aerobico del nostro sport sia fondamentale per la nostra cultura e per i nostri valori fondamentali”.
Ecco il Rolland pensiero sulle gare sprint, formula caratterizzante a Buenos Aires i Giochi Olimpici Giovanili nel centro della capitale argentina. “Consideriamo la gara sprint un modo eccellente per promuovere lo sport – in una nuova ambientazione, nel centro delle città -con i migliori vogatori fuori stagione ma non la riteniamo come una nuova distanza per le competizioni ad alto livello, per molte ovvie ragioni”.
Rolland sembra poi però contraddirsi: “La sfida più grande per World Rowing è adattarsi correttamente a tutti i cambiamenti nel mondo in rapida evoluzione che ci circonda”. Allora il mantenimento del punto sulla contrarietà a gare miste e distanze ridotte va in direzione opposta a un CIO determinato, sempre più, ad armonizzare le proprie politiche a logiche di marketing, sponsor e comunicazione.
Andiamo verso processo di ridimensionamento (numerico) degli sport e anche il Canottaggio dovrà piegarsi a logiche di flessibilità, efficienza e sostenibilità visto che sempre meno città si fanno avanti per organizzare e sempre maggiori sono i problemi dettati dai Comitati del NO, eccetera, eccetera…. Ecco perché il Coastal Rowing, volenti o nolenti, appare sulla rampa di lancio per l’inserimento, in futuro non troppo lontano, nel programma delle Olimpiadi a discapito, magari, di specialità dal sapore storico.
Il CIO detta legge. Altro che Pesi Leggeri si/Pesi Leggeri no: il 2020 sarà un anno cruciale e la FISA dovrà farsi trovare pronta a non esser messa all’angolo proprio da quelle discipline maggiormente spettacolari e vendibili dal punto di vista pubblicitario.