
Sta succedendo qualcosa di particolare in Gran Bretagna? Dopo l’annuncio della “rivoluzione” nel settore femminile, figlia in parte dell’addio dell’head coach Thompson, si registra la perdita di un’altra Campionessa nell’ambito di un quadriennio all’insegna dei ritiri.
A far “ciao ciao”, questa volta, è Katherine Copeland, campionessa olimpica a Londra 2012 nel doppio Pesi Leggeri A dire la verità, dall’Olimpiade di casa in avanti, per Katherine il Canottaggio è “sali e scendi” di gioia e dolore. Si, perché nel giro di 4 anni passa dal trono olimpico (2012) a una desolante finale C (2016). Così come da una finale B (2014) a un argento (2015) durante le edizioni centrali dei Mondiali.
Un 2017 pienissimo con un secondo (prima prova Coppa del Mondo), un terzo (Europei), un quarto (seconda prova Coppa del Mondo), un quinto (Mondiali) e un sesto (terza prova Coppa del Mondo). Un 2018 di riflessione, senza gareggiare ma la molla non scatta più. Ritiro. “Svegliarsi e allenarsi tutti i giorni, viaggiare all’estero e gareggiare a livello internazionale è stato un sogno diventato realtà” spiega Katherine. Sophie Hosking, sua compagna di barca ai tempi del trionfo londinese, decise di interrompere immediatamente l’attività e tornare, da subito, alla vita normale. Alla luce di questo “ascensore” di emozioni, un su e giù di morale durato 6 anni, chi avrà avuto ragione tra le due? Per noi, indipendentemente dagli altalenanti esiti stagionali, Katherine. Mettersi costantemente in gioco e affrontare una nuova sfida, senza sentirsi sazi dopo il massimo riconoscimento (l’oro olimpico) dei propri sforzi, non ha prezzo.