Ondrej Synek parla dei cambiamenti più importanti nei suoi ultimi 8 anni di vita. Sono le stagioni successive alla conquista del suo primo titolo mondiale. Dai 28 anni in avanti, un’esplosione di risultati di grandissimo prestigio. All’argento di Pechino 2008, si aggiungono l’argento di Londra 2012 e il bronzo di Rio de Janeiro 2016. Singolista per scelta e DNA. E ancora 4 titoli mondiali (2013, 2014, 2015 e 2017) dopo, appunto, quello festeggiato con WorldRowing nel 2010 a Lake Karapiro. Non scende dalla sua “giostra”, il singolo, dal 2005, l’anno successivo alla sua prima esperienza olimpica, in doppio ad Atene, conclusa al quinto posto.
“La mia vita è cambiata con la crescita dei miei figli. Iniziano ad andare a scuola e a fare sport. Ecco, con loro mi sento più un tassista che un canottiere” sorride Synek, felice per aver conseguito un Master universitario. “Il Canottaggio è ancora parte della mia vita, anche se gli allenamenti, negli ultimi 3-4 anni, sono diventati più difficili da sostenere. Ho bisogno di più tempo per recuperare”. Recupero, stretching, attenzione ai problemi alla schiena all’insegna del “prevenire è meglio che curare”. Soprattutto a 36 anni suonati…
Le battaglie con Mahe Drysdale sotto i riflettori, in particolare quella vinta in finale ad Aiguebelette nel 2015, e ancora, naturalmente, i confronti con Tufte. C’è, a proposito di norvegesi, l’amarezza per aver ceduto, nel settembre scorso, lo scettro a Borch. “Ero molto triste, ho pagato certamente una brutta partenza e, quindi, nei primi 500 metri ho compromesso le mie chance di vittoria”. Vacanze natalizie nello chalet di montagna e poi testa al Mondiale di Linz. “Vado alla ricerca della mia quinta Olimpiade. Intanto la qualificazione, poi si vedrà”.