
Andrea Vitale sembra vedere, tre giorni dopo la fine dell’Assemblea, il bicchiere quasi interamente pieno. “Sei dei sette blocchi di modifiche proposti alle Società sono andati a buon fine” scrive su Facebook in risposta a un post di Renato Alberti. Si, sei su sette in cui di fatto, forse a parte un minimo sulla questione delle palestre, non c’è stata discussione mentre nell’unico punto in cui si è concentrata, con una decina di interventi particolarmente sentiti e accalorati, la grande attenzione dei delegati la Federazione si è vista bocciare la sua proposta.
L’Assemblea ha approvato il doppio tesseramento per gli atleti/universitari e, con 76 voti favorevoli, 38 contrari e 5 astenuti, la possibilità per le palestre di aggregarsi alla FIC per svolgere l’attività di Indoor Rowing. Le parola “barca”, inserita all’articolo 9, consente di ben differenziare le affiliate (costo affiliazione annuale alla FIC pari a 200 euro) dalle aggregate (costo aggregazione annuale alla FIC pari a 500 euro). Affiliate e aggregate cancellate dalla FIC dopo due anni di inattività.
Sul voto plurimo, per primo, a esprimersi è stato l’avvocato Renato Alberti. Pur contrario, come in particolare lo sono stati l’altro ex vicepresidente federale Giovanni Miccoli e in maniera più colorita l’iridato Ruggero Verroca, il dirigente della Canottieri Sanremo ha proposto una mediazione: attribuire solo ed esclusivamente doppio voto al primo 50% degli aventi diritto e non il triplo voto al primo 20%. Alberti ha anche evidenziato, nella proposta federale, la mancanza dell’adeguamento delle quote di Atleti e Tecnici previsti agli articoli 30 numero 9 e 47 numero 1 con una netta perdita di peso elettorale per queste due categorie. Su quest’emendamento non si è espressa l’Assemblea in quanto il Presidente Cascone ha messo in votazione solo la questione “plurimo si, plurimo no”. Qui il 56-57 (2 astenuti) finale
Non si discute il grande lavoro svolto dal nostro Vicepresidente, assieme alla Commissione Carte Federali, per la revisione dello Statuto, anche e soprattutto in riferimento ai punti di maggior delicatezza toccati dal Commissario ad Acta in conformità ai principi informatori del Coni. A proposito, ancora adesso non è chiaro sino a che punto tali principi fossero obbligatori o stringenti per la FIC e questo, certamente, ha causato un po’ di malumore in sala.
Di Vitale, personalmente, ho apprezzato la determinazione con cui ha difeso le sue proposte e, più in generale, le sue convinzioni. Un “leone” ma senza… Maurizio e senza neppure l’appoggio diretto di Abbagnale. Con sorpresa, ho notato che il Vicepresidente è stato completamente lasciato solo da altre due figure apicali della nostra Federazione. Il Segretario Generale Maurizio Leone, a differenza per esempio di quanto faceva durante le assemblee un suo illustre precedessore (il compianto Michele De Lauretis), non ha aperto bocca. E Giuseppe Abbagnale? Non ha parlato nemmeno lui ma, non dimentichiamolo, l’introduzione del voto plurimo nel programma delle modifiche statutarie è figlia della sua determinante volontà, manifestata in presenza di un Consiglio Federale spaccato in 2 sulla questione. Far questo prima e però lasciar poi, in Assemblea, marciare da solo il soldato Vitale verso la bocciatura è un atteggiamento che, per lo meno, ha lasciato basiti…