Lo scontro continua ma a ricercarlo più frequentemente, come dimostrano gli atteggiamenti nell’ultima riunione del Consiglio Federale e anche il mancato coinvolgimento per la premiazione del 4 di coppia in Assemblea, sembra esser Giuseppe Abbagnale.
Minacciare le dimissioni, soprattutto in una situazione in cui si è messi apertamente sotto accusa (“sei il sindacalista degli Atleti!”) e non si condivide una specifica condotta presidenziale, non significa automaticamente volerle (o, peggio ancora, doverle) presentare alla prima occasione utile. Perché, quindi, cercare di provocarle anziché tentare di ricomporre una situazione incrinata, questione che spetta generalmente a chi timona una nave?
Michelangelo Crispi, il dirigente più votato in occasione dell’Assemblea di 2 anni fa, sta operando bene e il suo lavoro sta registrando l’apprezzamento di numerose componenti del mondo remiero.
Il ruolo del dirigente siciliano è molto delicato perché rappresenta l’anello di congiunzione tra i principali protagonisti della vita federale della scena Remiera, chi quotidianamente vive il campo tra raduni e gare internazionali, e il Consiglio Federale. Un anello che Abbagnale, parecchio irritato dall’andamento dell’ultima riunione con la squadra azzurra a Sabaudia, pare voler spezzare.
Ma perché? È colpa di Crispi se 10 giorni fa ragazzi e ragazze della Nazionale, al termine di una stagione in cui han versato sino all’ultima goccia di sudore per la maglia azzurra, hanno rinfrescato la memoria ad Abbagnale in merito a una promessa inerente i premi Maglia Azzurra fatta a inizio 2018? È una mancanza di Michelangelo se tra quanto ricordano gli Atleti e quanto, a proposito, sostiene il Presidente c’è di mezzo il mare? È una grave responsabilità di Crispi il fatto di non esser uno “yes man”? O forse, più facilmente, la principale colpa dell’attuale consigliere addetto alla squadra olimpica è di godere della stima della squadra, soprattutto di quella parte che oggi preferirebbe non vedere Abbagnale nemmeno in fotografia?