Concentrare in poche righe la giornata di ieri? Mission impossible! Serviranno, nei prossimi giorni, vari approfondimenti per analizzare quanto accaduto nel Salone d’Onore del Coni. La notizia più eclatante, certamente, è il respingimento del voto plurimo. L’esito della votazione, con il quorum a 67 voti, ha registrato 56 favorevoli, 57 contrari e 2 astenuti. Del valore di questa risposta delle Società, unitamente a Tecnici e Atleti, alla proposta espressa dalla Federazione, tramite il vicepresidente e responsabile della Commissione Carte Federali Andrea Vitale, parlerò domani.
Prima di tutto, però, chiariamoci sul significato di un’Assemblea.
Momento di celebrazione delle eccellenze? Si, certamente. I benemeriti e i protagonisti dell’anno, con i dovuti onori a uno stellare 4 di coppia: la premiazione di ieri portava con sé le cicatrici dell’ultima riunione di Sabaudia dedicata ai premi Maglia Azzurra.
Nei due momenti dedicati ai campioni mondiali, la scena è stata sempre per Abbagnale assieme al sottosegretario Giorgetti (neosocio onorario), del presidente Coni Malagò (speciali parole d’amore per il nostro sport) e del DT Cattaneo. Nessun coinvolgimento per Michelangelo Crispi: eppure stiamo parlando del consigliere addetto alla squadra olimpica, di colui che all’interno del Consiglio Federale vive maggiormente a contatto con gli Atleti…
Momento per fare il punto insieme alle Società sulle linee di gestione e programmatiche della nostra Federazione? Anche, ma ieri questo non è accaduto perché Giuseppe Abbagnale ha smesso i panni di Presidente federale per assumere quelli del professor Guidobaldo Maria Ricciardelli. Quei settanta minuti imposti dalla sua monocorde lettura hanno fatto rivivere ai delegati assembleari le stesse emozioni provata da Fantozzi e dai suoi colleghi durante la proiezione della mitica Corazzata Potionkin. Unica differenza: al Coni molti dirigenti, a differenza dei dipendenti del mitico Ufficio Sinistri, hanno potuto lasciare la sala durante l’intervento di Abbagnale alla disperata ricerca di una macchinetta del caffè.
Ecco, Presidente, a meno che non sia stata voluta al fine di scoraggiare ogni possibile dibattito (per esserci dibattito ci vuole anche chi ascolta e ieri, dopo mezz’ora, a sentirti erano rimasti in pochissimi) , la decisione di leggere 36 pagine (titoli compresi) di relazione, anziché condensare il discorso in 20-25 minuti con l’ausilio di slides, è stata una… cagata pazzesca!
Detto questo, ciò che maggiormente non ha funzionato è stata la collocazione, in fondo al programma dell’Assemblea, delle principali ragioni per cui la FIC aveva riunito i propri affiliati. L’analisi delle importanti proposte di modifica statutaria è iniziata solo tre ore dopo la costituzione dell’Assemblea. La votazione degli articoli più significativi è avvenuta attorno alle 16 quando circa il 12% degli aventi diritto al voto aveva già lasciato il Coni per raggiungere stazione o aeroporto e far ritorno alle proprie case.
Delle modifiche apportate al nuovo Statuto, di cui ancora l’house organ federale non fa cenno a 24 ore dalla chiusura dell’Assemblea, parlerò domani ma intanto mi sembrava giusto soffermarmi sulle questioni di metodo.
posto questo commento a nome di Franco Noio.
“Sicuramente un ‘assemblea anomala, assenza elevata in aula durante l’ esposizione della relazione del Presidente Abbagnale di numerosi delegati, assenza di atleti ad eccezione di alcuni delle Fiamme Gialle, disaccordo con il Consigliere Crispi, bocciatura del voto multiplo e in conclusione scarsa adesione alla cena di gala.
Ritengo che il Presidente Federale e il Consiglio devono riflettere su quanto verificatosi a Roma e non dimenticare che il numero delle piccole societa’ (quelle che volevano ridimensionare ulteriormente) è superiore a quelle acclamate da alcuni a società a cui affidare le sorti della Canottaggio Italiano.
Francesco Noio”