In medio stat virtus, già, ma la ragione nel duello tra due contendenti dove sta?
Vien spontaneo chiederselo dopo aver appreso ieri di una sfuriata presidenziale andata in scena “alle cinque della tarda” a Sabaudia davanti a una trentina di Atleti del gruppo olimpico.
Molti di loro ricordano una precisa promessa di Giuseppe Abbagnale fatta a inizio stagione in riferimento alla sostanziale crescita dell’iniziale montepremi. Cinquantamila euro… Ma a fine novembre, alla conclusione di una stagione ricca di motivi di soddisfazione per il Canottaggio azzurro, si scopre che l’aumento c’è ma è pari a meno di un terzo di quanto, in primavera, proclamato. Quindicimila euro.
Dove sta la ragione? Da un lato gli Atleti rimembrano parole che tra gentiluomini e gentildonne hanno, o almeno dovrebbero avere, il peso di macigni. Restano valide anche a distanza di sette-otto mesi, non volano. Dall’altro Abbagnale a rispondere, più di sciabola che di fioretto. Aumento? Si, ma con riferimento anche alle categorie giovanili, non solo assolute. Ben diverso, sicuramente, ma come è possibile che così tante persone abbiano frainteso o male interpretato?

Tra i due fuochi, il consigliere federale addetto alla squadra olimpica con cui vive a stretto contatto da due anni. Lo scambio di vedute tra il Presidente e Michelangelo Crispi viene così riportato alle mie orecchie, con Abbagnale ad accusare Crispi di esser diventato “il sindacalista degli Atleti” e quest’ultimo a dire apertamente di non condividere la linea presidenziale sulla questione premi e di esser determinato, in occasione della prossima riunione di Consiglio Federale, a rimetter la delega. Tuoni, fulmini, saette.
Naturalmente non si può, in questa fase caotica, non richiamare la nostra stella polare, il programma Abbagnale: il Progetto Azzurro, con il punto “Riparametrazione e netto incremento dei premi Maglia Azzurra”. Punto determinante per fare il pieno di voti della categoria, vincere le elezioni 6 anni fa e salire al potere.
