
Dopo i successi firmati ieri dai 4 di coppia, oggi l’Italia resta a digiuno di titoli europei. A Glasgow, la squadra del DT Cattaneo conquista un argento con il singolista leggero Martino Goretti, due bronzi con la singolista leggera Clara Guerra e il doppio leggero di Ruta e Oppo.
Partiamo da loro. Stefano Oppo e Pietro Ruta si confermano tra i migliori ma non ripetono l’esaltante prova di Linz. Il loro equipaggio si lascia logorare dal confronto all’ultimo respiro ingaggiato nei primi 1000 metri con la Norvegia. Un’esagerata spremuta di energie, risorse che avrebbero fatto molto comodo nel serrate quando anche l’Irlanda riesce ad avere ragione degli azzurri. Maggiori calcoli avrebbero forse consentito di salire un gradino in più del podio continentale ma certamente non si può rimproverare Stefano e Pietro, abituati a spender sino all’ultima goccia di sudore per raggiungere la vittoria, l’eccesso di generosità. Barca non ancora in grado di esprimere il meglio del proprio potenziale ma capace di far tesoro della lezione di Glasgow in prospettiva Mondiale.
Martino Goretti ci prova sino all’ultimo. Lo svizzero Schmid lo precede di un secondo e trentasette centesimi. Poco male, sfida rimandata in Bulgaria dove la posta in palio sarà molto più alta. L’argento ripaga il poliziotto di Mandello del Lario della delusione patita ai Giochi del Mediterraneo. Clara Guerra, una settimana dopo la rassegna iridata Under 23, si tinge ancora di bronzo nel singolo. Finale totalmente diversa rispetto a Poznan, perché stavolta la giovane azzurra veste i panni della lepre facendosi riprendere dalle avversarie poco dopo metà gara. Va benissimo così, anche questo risultato è molto soddisfacente.
L’otto, con Lodo al posto di Infimo (già salito al posto di Parlato), vende la pelle a carissimo prezzo e offre una prestazione di grande temperamento. Germania campione d’Europa, Olanda 2 decimi avanti alla Romania per l’argento e Italia mai doma. Azzurri quarti, bravi a metter la freccia e superare gli appannati inglesi.
Gara coraggiosa di Kiri Tondonati. Partenza molto veloce, mille metri a contatto con le prime ma poi vien fuori la differenza con avversarie di maggiore esperienza. L’azzurra è quarta al traguardo, lontana però 12 secondi dal bronzo.
La palata del doppio leggero di Valentina Rodini e Federica Cesarini non è brillante come in Coppa del Mondo. Le azzurre ricorrono a un numero di colpi elevato nella prima parte di gara per rimanere in scia a Olanda, Polonia e Svizzera. Questa volta le orange, battute in Austria, rifilano all’Italia, quinta, ben otto secondi e anche il terzo gradino del podio, occupato dalle rossocrociate, resta piuttosto lontano. Sesti Romano Battisti e Simone Martini: dopo la miracolosa rimonta effettuata in semifinale, il doppio termina la finale a un’incollatura dalla Svizzera ma piuttosto lontano dalle prime 4 forze dell’Europeo.
Una medaglia per colore nelle specialità olimpiche (la metà del bottino totale), il terzo posto nel medagliere complessivo. Per gli Europei 2018, dopo il pieno di metalli (5 in barca olimpica) ai Mondiali 2017 e di ori (3 in barca olimpica) in Coppa del Mondo poco più di un mese e mezzo fa, il raccolto risulta certamente inferiore alle aspettative dettate dalla semina. Alla fine, però, le somme si tireranno dopo il Mondiale e, in tale ottica, allora i tanti quarti e quinti posti, più che segnale di un bersaglio (il podio) mancato, sono la testimonianza di una Nazionale in salute e sempre competitiva su più fronti.
Attenzione alla qualità delle scelte. Il riferimento è alla Punta maschile dove esiste una sufficiente rosa di candidati per costruire due barche, probabilmente non più tre come a Sarasota, in grado di ottenere risultati molto significativi anche a Plovdiv.