Dopo l’originale iniziativa della “Scuola Italiana di Canottaggio”, flop prevedibile (clicca qui) , la Federazione Italiana Canottaggio torna a bussare alle porte delle Società per chieder soldi, questa volta non a fronte dell’acquisto di targhe o bandiere per impreziosire la propria sede ma per aver sostegno economico nella realizzazione degli obiettivi del Progetto Talenti 2020.
Sta diventando ormai una prassi e questa volta esiste anche la giustificazione. “Esiguità di risorse”. Ai Comitati e alle Delegazioni regionali, viene richiesta collaborazione “per individuare atleti, maschi e femmine, nati nel 2001-2002-2003 (cadetti – 1° Ragazzi – 2° Ragazzi) che abbiano preso parte all’attività agonistica 2017, con le seguenti caratteristiche antropometriche: maschi con altezza maggiore di 1,85 e femmine con altezza maggiore 1,75″
Dopo aver preso il metro per misurare atleti e atlete, inviato le apposite schede e ricevuto indicazione dalla Direzione Tecnica circa la convocazione a Piediluco dei soggetti più interessanti, occorrerà metter mano al portafogli. Naturalmente quelli di Società o di Comitato/Delegazione, per pagare i viaggi dei giovani canottieri verso il Centro Nazionale di Preparazione Olimpica. Test remoergometrici e consumo di ossigeno. I 15 più meritevoli andranno al CERISM di Rovereto per sostenere valutazioni funzionali e test specifici. Anche per questo eventuale secondo viaggio, la FIC chiede “collaborazione” vista l’“esiguità di risorse”.
Stiamo parlando di un investimento complessivo di… dieci-quindici mila euro? E una Federazione con un bilancio di oltre 4 milioni di euro non riesce a programmare, in funzione di un obiettivo molto importante qual è la crescita dei migliori prodotti dei vivai societari, questo budget senza andare a gravare su Comitati e Delegazioni regionali oppure su Società già spremute, a fine stagione, dalle numerose trasferte sostenute?