Leggendario 2 senza Lodo-Vicino, doppio PL e 4 senza vicecampioni del mondo

“Il guerriero della luce ha i suoi sogni. Sono i sogni a farlo procedere. Ma egli non commette mai l’errore di pensare che il cammino sia facile e la porta sia larga”. Vero, Matteo e Peppe?  Ancora campioni del mondo: secondo titolo consecutivo, in mezzo il bronzo olimpico di Rio. Nel 2017 il passaggio dal 4 al 2 senza, già condotto al successo a fine maggio in occasione degli Europei di Racice: scorrono quattro mesi, Lodo e Vicino succedono al trono degli imbattibili e imbattuti neozelandesi Murray e Bond. 

E’ l’Italia che sa aspettare il momento giusto per colpire. Millecinquecento metri in versione sottomarino, terzi a oltre due secondi dalla vetta, poi ecco Matteo e Peppe saltar fuori come due squali per mostrare i loro denti affilati.   I primi a esser sbranati sono gli eredi dei marziani:  Murray e Hunter incassano la bellezza di 5 secondi nell’ultimo parziale. Lodo e Vicino sentono il rumore dei nemici, sempre più a stretto contatto con i Sinkovic, aumentano ancora il ritmo (46 colpi!) e di fatto gli sfilano via un oro che sentivano già al collo. Che incubo per i fratelli croati, Sarasota-Bradenton è la loro Caporetto! Trentaquattro centesimi e l’Italia entra nella storia con il primo epico successo in questa specialità.

L’eccellenza non è un atto ma un’abitudine, come direbbe Aristotele. Meno di 47 anni in due e sono già bicampioni mondiali e medagliati olimpici. Complimenti a loro, all’intero staff tecnico e alla Federazione per questo capolavoro. Una vittoria eccezionale, emozioni uniche che la RAI, incredibilmente  e per la prima volta nella storia dei Mondiali azzurri, ci regalerà soltanto in differita e che anche la Gazzetta, adesso sul suo sito, riporta parecchie notizie sotto il Giro dell’Emilia…

Il doppio PL Oppo-Ruta

Poi finalmente ecco il doppio leggero di Pietro Ruta e Stefano Oppo sfatare la maledizione del quarto posto. Quello olimpico nel 4 senza e, per il capovoga lombardo, quelli collezionati nel 2013 e nel 2014. Solo due secondi di differenza rispetto alla riconfermata Francia, già oro ad Aiguebelette 2015 e Rio 2016. Un finale di tempra e nervi saldi: l’imprevedibile Cina deve accontentarsi del bronzo, per l’Italia, sul podio nel doppio PL dopo 6 anni, l’argento è un risultato di grandissimo valore proprio in ragione dei margini di crescita di Pietro e Stefano in rapporto ai battistrada francesi.

Il 4 senza dimostra grande personalità nel saper gestire la situazione nei momenti topici. Onore e merito a una grande Australia, ma bravissimi Marco Di Costanzo, Giovanni Abagnale, Matteo Castaldo e Domenico Montrone sia per il castigo rifilato a una ridimensionata Gran Bretagna sia per la freddezza dimostrata nel non lasciarsi incantare da un’esuberante Olanda. L’argento è la testimonianza della bontà di un grande progetto e di un feeling come arma in più laddove le energie iniziano a mancare. Caro Matteo, avanti così e mai ti pentirai della decisione di non appendere i chiodi dopo Rio.

Salutiamo il ritorno sul podio del 4 con: solo 4 partecipanti in finale, è vero, ma tutti di ottima qualità e l’Italia di Lucilla Aglioti, Tommaso Schettino, Paola Protopapa e Luca Agoletto (tim. Gaetano Iannuzzi) disputa una grandissima gara. La prima finale, nella sua storia, sui 2000 metri è battezzata con un incoraggiante bronzo. Bentornati a Paola e Luca sulla dorata barca di Pechino 2008!

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