Ogni risultato va inserito in un determinato contesto. Da Trakai 2017, ecco due medaglie: un oro e un bronzo maschili. Fossero arrivate, per esempio, nel 2009, anno dei 2 soli bronzi firmati da 4 con e otto, avremmo fatto salti di gioia. Avrebbero, infatti, costituito il miglior risultato nel complesso di 4 altalenanti stagioni per i nostri Junior: 2006 e 2008 senza ori (2 argenti e un bronzo), 2007 con una rondine (l’oro del 4 con) che non fa primavera.
Di qui (2009) in avanti, l’Italia prende la rincorsa. Manca l’oro anche a Racice 2010 portandosi però a casa ben 5 medaglie (3 argenti e 2 bronzi). Una in più della stagione successiva, Eton 2011, dove però torna a vincere un titolo mondiale, anzi due: nello stesso pomeriggio, prima il 2 senza delle sorelle Lo Bue e poi, per la prima volta, l’otto maschile. E poi arriva Plovdiv 2012: le medaglie tornano a esser 5, con un fantastico poker d’ori grazie alle nuove affermazioni di 4 senza e 4 di coppia maschili uniti alle riconferme di otto maschile e 2 senza femminile. Prima storica medaglia (bronzo). per l’otto femminile. Italia padrona del medagliere dopo molti anni.
Sei medaglie (due ori, tre argenti e un bronzo) costituiscono l’ottimo bottino dell’Italia a Trakai 2013. Italia alle spalle di Germania e Romania. La prima, reale, flessione arriva ad Amburgo 2014 ma, per molti, è in particolar modo figlia di un campo di regata irregolare. Il bottino si dimezza: da 6 a 3, con l’oro del 4 con e i bronzi di otto maschile e 4 senza femminile.
Rio de Janeiro 2015 e Rotterdam 2016 raccontano di un’Italia nuovamente in marcia verso il tetto del mondo Junior. Cinque medaglie (due ori, due argenti e un bronzo) in Brasile), addirittura sette (con riconquista del medagliere 4 anni dopo Plovdiv): tre ori, un argento e tre bronzi, con il boom femminile.
Ci può stare non riuscire a dominare la scena ma scendere dal primo al settimo posto della classifica per nazioni deve imporre, almeno ai responsabili tecnici, l’obbligo di alcune riflessioni.
Le condivide con noi Massimo Casula, per il quale “abbiamo atlete che pagano lo scotto fisico se confrontate con le pari età di Paesi nei quali notoriamente le donne sono più dotate fisicamente”. Forse il valore dell’Italia femminile, nel Canottaggio Junior, è una via di mezza tra le 5 medaglie (2 ori, un argento e 2 bronzi) di Rotterdam 2016 e le sole tre finali (un quarto e due quinti posti) di Trakai 2017.
Leggendo Valter Molea, mi sento trasportato all’interno di una Chiesa. Servirebbe forse più l’Omelia ma invece è Eucarestia. La sua analisi è un “rendimento di grazie”, ben 7… Scherzi a parte, Valter è all’inizio di un percorso. Le sue competenze tecniche, assieme a carisma, determinazione e saggezza, saranno materia preziosa per il prossimo triennio.
Ogni anno è diverso dal precedente, d’accordo. Varia, in buona percentuale, la composizione della squadra azzurra e allo stesso tempo cambiano i rapporti di forza con gli avversari. Ma anche i numeri parlano chiaro e non vanno ignorati. Solo 2 medaglie: non capitava da 8 anni… Pochi atleti medagliati: meno di 10, non succedeva da 10 anni… Il calo, quest’anno, è vertiginoso ma, come detto all’inizio, va inquadrato nel momento storico. Dieci anni fa, un oro e un bronzo li avremmo senz’altro visti con occhio diverso. Dopo 7 Mondiali di grandi successi, di insaziabili abbuffate, un anno a dieta può starci. Questa giovane Nazionale, lavorando ancor più sodo e traendo beneficio dall’esperienza di quest’anno, si ripresenterà tra un anno con l’obiettivo di tornare a stupire e ricollocarci tra le potenze del remo giovanile.
Condivido pienamente la tua conclusione 😉