Chiamiamola con il suo nome, chiamiamola vergogna. Non c’è altro modo di definire l’atto di vandalismo subito dai 35 Allievi e Cadetti della Canottieri Napoli, dal loro tecnico Fabio Di Costanzo (fratello del nostro medagliato olimpico Marco). Un’offesa pesantissima rivolta ai 103 anni di storia di un Circolo che ha recentemente ricevuto il Collare d’Oro al Merito Sportivo per aver vinto tantissimi nella Pallanuoto e nel Canottaggio, fornendo alle rispettive squadre nazionali straordinari campioni. Un esempio su tutti, il due volte oro olimpico Davide Tizzano.
“La mattina dopo il nostro arrivo abbiamo trovato il gazebo danneggiato, le barche capovolte, in una c’era un buco fatto chiaramente con un cacciavite e su un’altra era stata tracciata la parola ‘Merde’ sotto la parola Napoli” ha riferito Di Costanzo in un’intervista a Repubblica (clicca qui), il quotidiano nazionale che ha correttamente interpellato anche il Comitato Organizzatore. “Il razzismo è un’altra cosa, quella scritta ‘merde’ è chiaramente un insulto che poteva essere rivolto a chiunque – ha detto il presidente regionale (e del COL) Fabrizio Quaglino – Purtroppo esistono i maleducati e l’educazione dei ragazzini non dipende da noi”.
Massima solidarietà alla Canottieri Napoli per i danni morali e alle imbarcazioni, massima tristezza perché nel 2017 siamo ancora di fronte a queste velenose contrapposizioni Nord-Sud. Se tale fatto è stato realmente commesso da uno (o più) dei 1306 iscritti del Festival dei Giovani (e non, ad esempio, da un passante balordo) allora vuol dire che nel nostro Canottaggio siamo veramente messi male. A 11, 12, 13 o 14 anni, non si può arrivare a tanto, addirittura il pennarello indelebile perché la scritta-vergogna non si potesse cancellare, e, perdonami Fabrizio, non la si può definire una “ragazzata” ma un riprovevole atto di discriminazione territoriale. Gli autori del misfatto, se individuati, non dovrebbero mettere più piede su un campo di regata e andrebbero valutate anche eventuali sanzioni, per responsabilità oggettiva, all’indirizzo della società di appartenenza. Perché tutto questo? Perché hanno ucciso lo spirito del Festival, lo spirito di questa manifestazione che da quasi 30 anni rappresenta la celebrazione dei valori del nostro Sport e la più grande occasione annuale di interscambio e amicizia tra ragazzi e ragazze di tutta Italia.
E la Federazione? Come sempre, nessuna presa di posizione ufficiale perché evidentemente l’importante è che “The show must go on”. Nessuna menzione dell’articolo sopra citato nella rassegna stampa federale, niente di niente. Così facendo, caro Presidente Abbagnale, diamo davvero la dimostrazione che la cultura e l’educazione dei nostri atleti più giovani sono in secondo piano rispetto ai fatti agonistici. E quando ci troviamo di fronte ai protagonisti del Festival dei Giovani non dovrebbe esser assolutamente così! Se fatti di questo tipo si ripeteranno ancora in futuro non dovremo più sorprenderci perché saranno figli anche di questa, insopportabile, inerzia.