Chi, come ad esempio il sottoscritto, si aspettava una Gran Bretagna ridimensionata nell’attuale quadriennio per l’addio ai remi di alcuni dei suoi campioni è rimasto deluso. La dimostrazione arriva dalla Stewards’ Challenge Cup. Poco più di un mese fa, infatti, il nostro 4 senza rifilava agli inglesi un sonoro schiaffone in occasione della finale degli Europei. Cinque secondi. Domenico Montrone, Matteo Castaldo, Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo si laureavano campioni d’Europa, i campioni olimpici Moe Sbihi e Will Sacth, assieme a Matthew Tarrant e Callum Mc Brierty si leccavano, giù dal podio, le ferite… Di tutt’altro spessore, la prestazione fornita in Coppa del Mondo a Poznan in assenza degli azzurri: con l’innesto di Matthew Rossiter, a Racice “annegato” nel 2 senza dopo esser rimasto 7 anni nell’anonimato, la risposta è stata molto positiva e gli inglesi sono balzati al secondo posto alle spalle degli australiani.
La stessa barca, a Henley iscritta come misto Leander Club, Molesey e Oxford Brookes University, ha oggi sconfitto l’Italia nella finale della Stewards’ Challenge Cup. Una barca azzurra che nulla ha da recriminare sotto il profilo del carattere ma che forse forse, come il 2 senza e il doppio Rambaldi-Mondelli, sta attraversando un momento di forma poco brillante. Lucerna, tra pochi giorni, sarà una tappa di passaggio verso un Mondiale che, lo ricordiamo, si svolgerà non, come per tradizione, a fine agosto ma un mese più tardi. Normale, evidentemente questo grande evento per gli inglesi conta di più.
Resta l’occasione sfuggita, ovvero non riuscire a rompere un tabù che dura da 28 anni pur presentando a Henley sei medagliati olimpici. Peccato, speriamo che ciò rappresenti uno stimolo per ripresentarci ai nastri di questa eccezionale manifestazione anche nel 2018.