Italia tricampione a Racice. Bene i giovani e i ragazzi del “6 senza”

Tre ori (doppio, 2 e 4 senza maschile) e tre bronzi (4 di coppia maschile e femminile, doppio PL) in barca olimpica, l’argento del 4 senza leggero e il bronzo del 2 senza leggero. Otto medaglie in 13 finali, primo posto nel medagliere. L’Italia non può chieder davvero di più da questi Europei. Promozione a pienissimi voti per la prima uscita internazionale della Nazionale del DT Cattaneo.

Senza storia. La vittoria di Matteo Lodo e Giuseppe Vicino nel 2 senza è nettissima e mai, neppur per un attimo, messa in discussione da avversari ridotti in poltiglia già ai 1000 metri. Merito del mix potenza-eleganza della palata azzurra, merito di una condizione che già a inizio stagione è piuttosto buona. Francia e Serbia, strani e lontani compagni di viaggio verso il podio, incassano la pesantezza di 3”38 e 5”10.

Un’ora dopo, un nuovo capolavoro e a firmarlo è il quattro senza. Quaranta colpi posson toglier il respiro: non a Domenico Montrone, Matteo Castaldo, Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo ma ai loro avversari. Come nel 2 senza, la superiorità espressa è imbarazzante e Russia e Romania possono solo approfittare del rallentamento della carrozza azzurra negli ultimi 500 metri. Figuraccia per la Gran Bretagna di Sbihi, solo quinta e staccata di 5 secondi e mezzo: fosse stata una partita a calcio-balilla, il buon Mo avrebbe dovuto gentilmente chinarsi per passare sotto…

Il filotto azzurro è completato da Luca Rambaldi e Filippo Mondelli. Dall’eliminazione dei vicecampioni olimpici lituani a una finale da manuale per un doppio in continua crescita. Sempre al comando, saldamente e senza mai soffrire gli attacchi degli avversari: tre secondi e mezzo ai 1500 sui polacchi, poi Rambo e Mondo si godono il red carpet che li porta a festeggiare una volta tagliato il traguardo.

La fame dei ragazzi del 4 di coppia è più forte di ogni cosa. Da prede a cacciatori. Prima rimontati e poi autori di un serrate tutto rabbia e cuore. Chioccia Romano Battisti e i pulcini del 4 di coppia (Emanuele Fiume, Andrea Panizza, Giacomo Gentili) castigano gli inglesi attestandosi dietro Lituania e Polonia.

Nel gioco delle seggiole del doppio femminile, a rimanere in piedi è la Germania. Si, perché Stefania Gobbi e Kiri Tontodonati mantengono elevata la concentrazione in un finale palpitante dove ben approfittano del crollo verticale delle tedesche. Pazienza se l’Olanda scappa via, il bronzo è un ottimo punto di partenza in campo internazionale.

Pietro Ruta e la maledizione dei quarti posti da sfatare. Iniziamo da quelli europei con un bronzo di cattiveria strappato assieme al nuovo partner del doppio leggero: Stefano Oppo. Sempre un passo avanti a tutti i campioni olimpici Houin e Azou: i nostri, in lotta con Irlanda e Polonia, mancano l’argento per 30 centesimi ma, non è poco, lasciano in dono ai polacchi, staccati di un decimo e mezzo, un calice di fiele da mandar giù tutto d’un sorso.  Benvenuti sul podio, Peppo e Stefano!

Finale “spezzettata” nel 2 senza femminile: tra la Romania e le altre un abisso, ma anche tra danesi e inglesi e le altre il divario è più che considerevole. L’Italia di Giorgia Pelacchi e Ludovica Serafini, quarta all’arrivo ma a oltre 10 secondi dal bronzo, strapazza Francia e Spagna. Non male, comunque, per due esordienti!

Un finale rabbioso non basta al 4 senza Pesi Leggeri (Matteo Pinca, Martino Goretti, Piero Sfiligoi, Catello Amarante) per sopravanzare la Russia. Questa specialità, uscita dal programma, è da subito abbandonata da molti se pensiamo che a completare lo scacchiere di partenza sono Repubblica Ceca, Turchia e Ungheria. Tutte e tre lontanissime da russi e azzurri.

Il 2 senza leggero di Giuseppe Di Mare e Alfonso Scanzone è terzo. Irlanda fuori dalla portata degli azzurri, ma buona gestione e distribuzione delle proprie energie lungo i 2000 metri. Peccato per la Russia: quarta ai 1500, riesce a sottrarci l’argento, in rimonta, per soli 20 centesimi.

Si ribaltano, in finale, i rapporti di forza del doppio leggero femminile. Capita così che la Polonia, corsia 6, marci compatta verso il titolo europeo con addirittura 4 secondi di vantaggio sull’Olanda e che l’Italia, in acque centrali, non vada oltre il sesto posto con le generose Valentina Rodini e Federica Cesarini.

Tre atleti in 19 centesimi nel singolo Pesi Leggeri: il neocampione d’Europa, lo svizzero Schmid, assieme all’ungherese Galambos e al belga Van Zandweghe. Prova incolore per Andrea Micheletti, soltanto sesto. Meglio la giovanissima Clara Guerra, quinta nella finale vinta dalla svedese Fredh. 

Foto Mimmo Perna

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