L’Italia esce fortemente ridimensionata da Krefeld. Due bronzi al termine degli Europei disputati nel week end nel bacino tedesco. Due podi che portano la firma del quattro con (Andrea Carando, Alberto Vincenti-RCC Cerea, Aniello Sabbatino-CN Stabia, Federico Dini-SC Firenze, Leonardo Macchi-timoniere- Canottieri Gavirate) e del doppio di Silvia Crosio (SC Amici del Fiume) e Greta Martinelli (SC Tremezzina). Ovviamente, il classico delle “mani avanti”, in caso di prestazione non all’altezza delle aspettative, prevede la necessità di parlare di “squadra rinnovata per oltre il 50%”, di “tappa di passaggio in vista del mondiale”… Tutto vero, ma non vale lo stesso per i nostri avversari? Forse gli Junior della Turchia sono reduci da due mesi di raduno?
Non facciamo confronti rispetto al 2016, chiaramente, ma un’occhiata a quanto accadeva, per esempio, 4 anni fa è bene darla… Ci riferiamo al momento in cui l’Europeo Junior rappresentava il primo atto ufficiale di una nuova Federazione con un nuovo (rispetto al quadriennio precedente) modello di area tecnica. Tutt’altro discorso, quindi, rispetto a oggi. L’Italia, nel 2013, portava a casa la bellezza di due ori, quattro argenti e un bronzo. Sette medaglie, non due. Risultati che le consentivano di guardare, nel medagliere dal basso verso l’alto, la sola Germania. Oggi, invece, meglio dell’Italia ci sono anche Irlanda, Turchia, Croazia, Romania, Grecia, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia e Russia.
In ambito femminile, però, c’è un precedente che ci rassicura. Anche agli Europei dell’anno scorso non abbiamo visto la migliore Italia. Anzi… Ma da lì al Mondiale, grazie al lavoro del tandem Romagnoli-Casula (oggi nuovo caposettore), la crescita è stata notevole e sono arrivati, a livello Junior, i migliori risultati femminili di sempre.