
Un Memorial d’Aloja in tono minore: dal lato agonistico, comprensibilmente perché siamo nell’anno post olimpico, con l’assenza di importanti nazioni presenti invece nello scorso biennio, e anche sul fronte organizzativo e mediatico. E’ interessante, sotto quest’ultimo punto di vista, l’analisi del presidente dell’Associazione Giornalisti Italiani Canoa e Canottaggio.

Franco Morabito, sulle pagine di H20 (a cura di Enrico Tonali, dice la sua in maniera netta. “Anno dopo anno il Memorial Paolo d’Aloja si trasforma sempre più in una manifestazione ad uso esclusivo degli addetti ai lavori, per trarne indicazioni sulla formazione degli equipaggi che dovranno gareggiare nel corso della stagione. Il livello tecnico è discreto ma, a dispetto del numero delle Nazioni partecipanti, gran parte delle gare si sono rivelate anche questa volta di scarso interesse. Dal punto di vista dei mass-media l’appeal è stato pressoché nullo. Complice anche la Federazione Italiana Canottaggio (FIC) che non ha fatto nulla per renderlo più stimolante. D’altra parte, il dato sbandierato con enfasi che l’Italia abbia vinto il Memorial consecutivamente da 31 edizioni (cioè da sempre) e che nel corso delle due giornate sia arrivata a collezionare ben 70 medaglie con 100 punti in classifica contro i 35 della Lituania e i 14 della Romania, la dice lunga sulle falle di un regolamento che rende disomogeneo il confronto, agevolando in modo eccessivo il Paese ospitante, presente con un numero di barche di gran lunga maggiore rispetto a quello delle Nazioni ospitate”.

Sabato, in un post su Facebook, abbiamo sottolineato l’assurdità di mantenere un programma gare con finali previste già dalle primissime ore del mattino, con tribune deserte, mentre la RAI, anziché la diretta di Piediluco, ci mostra la replica delle prove libere del Gran Premio cinese. H20 sottolinea come “la nuova tv sia ancora una volta rimasta fuori la porta del Memorial” e anche qui Morabito è molto chiaro. “Da questo punto di vista il Memorial è rimasto indietro anni luce. Anziché proporsi come un evento all’avanguardia e spettacolare, ci offre spesso gare inguardabili, con distacchi abissali, impossibili da commentare e, quindi, con fiumi d’interviste inutili, quasi sempre autocompiacenti e banali, che non interessano nessuno. La comunicazione oggi si basa – in gran parte – sulle immagini e sulle emozioni che esse riescono a suscitare. Molti altri sport l’hanno capito, il canottaggio no”.
E’ un paradosso. E’ intitolato al più lungimirante, amato e innovativo presidente della storia FIC ma il Memorial d’Aloja è rimasto indietro anni luce.