Abbiamo letto, in questi giorni, i ringraziamenti di Giuseppe Abbagnale alle Società per il rinnovo della fiducia in vista del prossimo quadriennio. Presto parleremo del primo atto formale, la nomina dei due vicepresidenti, che avverrà in occasione del primo Consiglio Federale di sabato 17 dicembre. Ci sembra molto interessante sentire, a freddo, l’analisi di Giovanni Miccoli. CanottaggioMania gli ha rivolto alcune domande.
Giovanni, il tuo risultato finale è 38%. Ti soddisfa oppure no?
“Non nego che gli auspici fossero sicuramente superiori, ma alle volte riconosco che forse ci si illuda perché si crede vero quello che si desidera. Ugualmente sono soddisfatto perché il nome di Abbagnale è un totem, un unicum nel canottaggio italiano, ed intorno a lui probabilmente si raccolgono molteplici interessi e posizioni. Io personalmente voglio ringraziare tutte le società e le persone che hanno dimostrato stima nei miei confronti e che mi hanno visto come l’occasione per un cambio drastico della gestione ed una svolta totale. Sono sinceramente dispiaciuto per tanti dirigenti che hanno dimostrato apertamente la propria vicinanza alla mia figura e aspettative su di me. Quello che conta è l’attitudine positiva, non il successo effettivo”.

Ti rimproveri qualcosa per la tua campagna elettorale o rifaresti le stesse scelte?
“Forse avrei dovuto iniziare molto prima, ed andare di società in società anziché di regione in regione. Anche nella stesura del programma, avrei potuto approfondire maggiormente alcuni aspetti. Non mi rimprovero invece il non aver fatto alcun attacco personale al Presidente; con un altro nome sicuramente non avrebbe avuto il coraggio di riproporsi dopo gli accadimenti dell’ultimo anno legati anche alle vicende del figlio, che sicuramente avrà fatto una ragazzata, come dice lui, ma proprio per questo motivo la responsabilità deve ricadere su di una struttura che non è stata capace di tutelarsi da “una ragazzata” di un atleta”.
Struttura tecnica e medica non all’altezza della situazione?
“Possibile che si possa far ricadere la responsabilità e le conseguenze di un errore così grave solo sul povero Vincenzo? Una STRUTTURA FEDERALE non avrebbe dovuto tutelare e vigilare sul comportamento dei propri atleti, i quali da quanto risulta ben in 12 hanno saltato almeno 2 controlli dell’anti doping? Il che non vuol dire che il nostro sport sia malato, assolutamente non lo penso, vuol dire proprio che è stata la struttura ad essere carente, quella federale o quella medica; ma nessuna delle due ha pagato alcun prezzo, e in tutti i casi gli unici ad aver pagato sono stati gli atleti. Non giova spacciarsi tanto per amico degli atleti e poi abbandonarli alla loro sorte“.
Abbagnale oggi al 62%, 4 anni fa poco sopra il 50. Le Società gli hanno dato maggior fiducia. Come te lo spieghi?
“Bisogna dire che 4 anni fa lo sfidante era lui, mentre assieme ad Enrico Gandola si usciva da 4 anni di gestione positiva sotto tantissimi punti di vista. Ora lo sfidante ero io, e il soggetto istituzionale si chiamava Abbagnale. Non pensi che sia sufficiente a spiegare il risultato?”.
Squadra debole, han detto in molti. Per me, con buone idee, leggi ad esempio le innovative e apprezzate proposte di Piero Carletto, ma poco rappresentativa dei territori o delle regioni di appartenenza. Qual è il tuo pensiero?

“Assolutamente no. In cosa consisterebbe la debolezza? Il non rappresentare società o gruppi militari importanti, oppure il non essere stati campioni olimpici? Tutti i componenti della mia squadra avevano delle peculiarità specifiche e alte professionalità maturata individualmente nelle proprie attività di vita e lavorative sia Antonella, Fabrizio, Fabio, Piero e Norberto. Per non parlare dell’esperienza di canottaggio di Antonio e della sua fantasia e entusiasmo a ricercare nuove formule e strade, che ritengo attualmente non avere eguali. Inoltre nessuno rappresentava interessi di alcuno se non quelli dello sport del canottaggio, senza conflitti di interesse nè secondi fini. L’unico punto debole era la connotazione territoriale troppo spostata verso il centro nord, ma certamente non conseguente alla mia volontà”.
E allora come mai, a tuo avviso, non sei riuscito a trovare candidati in Puglia o in Sicilia per cercare di allargare il consenso attorno al tuo programma anche al Sud?
“Inizialmente c’erano delle espressioni di condivisione anche entusiasta sia dalla Puglia, al Lazio e alla Campania, e espressioni di apprezzamento anche in Sicilia e diversi inizialmente avevano espresso la volontà ad accompagnarmi in questa avventura. Per diversi motivi poi nessuno di loro ha inteso utile e opportuno candidarsi. I motivi sono stati diversi, alcuni assolutamente condivisibili altri un po’ meno. Penso che abbia influito il nome del nostro avversario e tutta l’aura e alcuni gruppi o società che lo circondano. Con amarezza devo anche però dire che ho percepito in alcuni un certo timore nel non risultare avversi al manovratore, al non volersi manifestare preferendo restare nell’ombra avendo alle spalle non esclusivamente la propria figura di candidato ma delle società di provenienza e soprattutto degli atleti della medesima”
Abbagnale al 62%, però, non collima con il desiderio di cambiamento espresso da tante Società per esempio nel sondaggio lanciato da Enzo Ademollo.
“Non vorrei essere greve, ma penso che tante società abbiano votato Abbagnale non tanto per apprezzamento del lavoro svolto. Piuttosto hanno sostenuto, come dicevo prima, un Totem del canottaggio italiano; il beneficio di tante società è semplicemente forse quello di dirsi “amico” di Abbagnale. Ma non li biasimo sicuramente, dico solo che alle volte si fa fatica a distinguere tra la vanità e la sostanza”.
Abbagnale ti ha accusato apertamente di aver mal gestito i fondi federali nel quadriennio in cui eri vicepresidente.
“Sono rimasto colpito dai toni assunti nella sua replica finale. Urla e grida esagerate a cercare di dare sostanza a banalità palesi. Nuovamente il Presidente ha urlato la sua avversione ai “mutui” allora accesi , e non si capisce effettivamente quale sia la critica avendo affermato egli stesso che tali mutui furono contratti per l’acquisto di barche di canottaggio quindi per il migliore degli scopi“.
Effettivamente il Presidente ha uno strano modo di predicare la trasparenza visto che, diversamente da Pisa 2012, l’Assemblea non si svolge in diretta streaming ma resta un momento di confronto e vita federale per pochi eletti.

“Da casa, i nostri tesserati avrebbero potuto sentire le grida imbarazzanti del Presidente. Sembrava il tentativo di dare una sostanza ad affermazioni generiche e banali con il solo mezzo al tono esagitato e fintamente indignato. Ho trovato poi offensiva l’affermazione del Presidente di un mio presunto disprezzo nei confronti dei napoletani, “ti schifavano” ha detto testualmente, in rapporto alla figura di Gianni Postiglione da me proposta, restringendo la valutazione su un tecnico di valore internazionale, a mera considerazione di natura geografica. Una pena”.
Secondo te sul risultato finale influiscono anche pressioni esterne al mondo FIC? Personaggi influenti della politica sportiva?
“Mi è stato in effetti riferito di telefonate e pressioni da alte stanze, promesse di centri federali femminili e via dicendo, questo si. Vero è che di molte società ho percepito il cambiamento di confidenza e di umore nei miei confronti. Così va il mondo…”
L’Assemblea. Come hai valutato la scelta della proposta del dottor Antonio Cascone in qualità di Presidente? Cascone e Abbagnale provengono dallo stesso club…
“Io non lo avrei fatto. Se è per questo anche 5 su 9 dei responsabili di settore erano provenienti dalla stessa città o zone limitrofe del Presidente. Mi limito ad osservare che a Marcello Scifoni, Vicepresidente uscente della FIC, è stato impedito di parlare”.
Gli Atleti. In favore di Abbagnale, hanno parlato Frattini e Battisti. In tuo favore, nessuno… Eppure, so per certo che diversi atleti della Nazionale avrebbero visto di buon occhio la tua elezione e, soprattutto, il ritorno di Postiglione. E’ mancato il coraggio anche qui?
“Gli atleti fanno parte di una società e trovo abbastanza naturale che non vogliano esporsi, sia per probabile timore di conseguenze personali, sia perché la loro società potrebbe non apprezzare o condividere. Le esternazioni di Battisti e Frattini rappresentavano e coincidevano invece con la linea dalle società di appartenenza e in più erano a favore dell’istituzione. C’è da aggiungere forse che entrambi i soggetti probabilmente sapevano che in caso di mia vittoria non avrebbero dovuto temere alcuna ripercussione negativa”.
Come vedi il nostro Canottaggio nei prossimi 4 anni?
“Spero vivamente che cambi un po’ il clima che si è venuto a creare in questi 4 anni ma alcune presenze in Consiglio non mi ispirano tale fiducia. Poi, come detto anche in assemblea, difficilmente chi crea i problemi è anche in grado di risolverli”.
Hai davanti a te 4 anni. Farai convintamente opposizione costruttiva o solo il Presidente della Canottieri Nettuno?
“Riguardo alla Canottieri Nettuno, se i miei consoci mi vorranno ancora, certamente sarebbe bellissimo per me esserne ancora il presidente. Riguardo invece alla “opposizione costruttiva” come dici tu, non lo so ancora, ci devo pensare. Certamente un po’ di tempo deve passare perché è stato un periodo intenso. Vedremo”.
Quale messaggio infine, desideri inviare oggi al mondo remiero, a chi ti ha votato e a chi no?
“La grande affluenza in Assemblea è certamente espressione di partecipazione e voglia di appartenere ad una comunità sportiva. Io invito tutti a non temere di manifestare le proprie proposte, riflessioni e critiche, con rispetto verso l’istituzione ma con la tranquillità di non compiere alcun atto di lesa maestà, manifestando eventuali incongruenze tra quanto dichiarato e quanto effettivamente posto in essere. Bisogna farsi sentire attenti e presenti, in modo che chi dirige abbia sempre la sensazione di essere sotto i riflettori, e mettere quindi in campo il meglio di se stessi. Per il resto, vedremo come si prospetterà il futuro che è ancora tutto da scrivere”.
Mi permetto di esprimere un breve commento a quanto letto. Innanzi tutto elogiare l’iniziativa di Giovanni Miccoli che proponendosi come alternativa a Giuseppe Abbagnale ha stimolato la campagna elettorale arricchendola di contenuti. Se non ci fosse stato sarebbe stato un plebiscito privo di qualsiasi critica che non avrebbe giovato neanche a Giuseppe.
Poi intendo fare i complimenti al vincitore che vuoi per i meriti sportivi indiscussi, vuoi per gli appoggi che è riuscito ad ottenere in questi anni, vuoi per il carisma che ha sempre avuto, è riuscito a presentare un programma credibile e a farsi votare.
La mia speranza, come appassionato di questo sport, è quella di vedere Giuseppe sfruttare queste qualità per migliorare “l’appeal” del canottaggio. Vorrei che ascoltasse le parole del nostro caro Giampiero Galeazzi, a cui tutto sommato deve molto. Vorrei che ascoltasse le parole di Giovanni Miccoli in merito all’importanza di un adeguata informazione ed assistenza medica rivolta ai nostri atleti, ed un programma ed un calendario che tengano conto non solo degli atleti olimpici. Vorrei non vedere sempre un siparietto dove si alza la voce per sopraffare l’altro ma cercare il dialogo per il bene comune. Tutti sbagliamo, ma la cosa importante è comunque riconoscere i propri errori.
Auguro a tutti un buon lavoro con l’affetto di sempre.
Andrea Rocchegiani