“Mi ricandido, inoltre, perché con l’aiuto dei dirigenti, dei tecnici, delle atlete e degli atleti, intendo contribuire a portare il canottaggio femminile al ragguardevole risultato della parità tanto auspicata da più parti e, in particolare, inserita nell’Agenda del CIO denominata “Agenda 2020”.
Sono le parole con cui Giuseppe Abbagnale, in apertura di presentazione del suo nuovo programma, si rivolge a elettori e, soprattutto, elettrici. Le pronuncia al termine di un quadriennio convulso, caratterizzato da risultati, storici, di elevato valore agonistico e, anche, da gravi problemi gestionali. Grande e positiva apertura iniziale, nei raduni e nella composizione della Nazionale, con la partecipazione dell’otto agli Europei ai Mondiali. Il doppio leggero Milani-Sancassani campione del mondo e d’Europa (per due stagioni), poi vittima, per varie ragioni, di un crollo verticale con la finale D al Mondiale di Aiguebelette e la qualificazione a Rio de Janeiro resa possibile, dopo il fallimento dell’ultima tappa di Lucerna 2016, solo dalla squalifica della Russia.
Con piacere, protagoniste anche ad alto livello, si notano giovani volti nuovi tra le vogatrici leggere. In 4 anni, dall’altra parte della bilancia, anche la crescita tendente allo zero per la categoria Senior, con le stesse ragazze del 2012 impiegate nelle ultime qualificazioni olimpiche. Un settore femminile, nel complesso, ridotto abbastanza ai minimi termini, vedi la comunicazione della Federazione, nel luglio 2016, relativa all’impossibilità di schierare un 4 senza e un 4 di coppia leggero ai Mondiali di Rotterdam. Tutto questo, scaricando la responsabilità sulle olimpiche, “indisponibili” a partecipare a un raduno a invito.

La vicenda di Claudio Romagnoli, poi, dovrebbe far riflettere chi oggi sente di avere la soluzione in tasca per aiutare a crescere le nostre Atlete verso l’Olimpiade della parità di genere. Gente capace solo di versar amare lacrime di recriminazione, dopo Aiguebelette e Lucerna, per i criteri ristretti nel 4 di coppia e nell’otto maschile anziché ringraziare la FISA per il primo determinante allargamento (60 e 40% per Rio) alla partecipazione femminile che ci ha permesso di qualificare il 2 senza.
Nel 2015 annotiamo che il caposettore femminile, anziché godere di ampio sostegno della Federazione per la risoluzione di problemi epocali (non annuali), è il tecnico da gettare in pasto alle Atlete. Una cosa del genere sarebbe mai successa con uno dei tre capisettori maschili? Ho i miei dubbi…
Ricordiamo bene le ormai celebre dimissioni date verbalmente, allo scopo di scuotere il sistema per richiedere maggior attenzione attorno al Canottaggio Femminile in un momento di difficoltà, e trasformate in un vero e proprio processo durato 2 mesi. Ricordiamo bene il “La Mura scripsit” (metà ottobre 2015), “Claudio va mantenuto alla guida del gruppo olimpico donne nell’interesse delle atlete che non vogliono essere private della guida di un tecnico che stimano”.
Ecco, proprio quella mail inviata dal DT, privo in quel momento del “polso della situazione” (6 su 7 donne della squadra olimpica “esonerarono” Romagnoli), dovrebbe spingere Giuseppe Abbagnale a separare in maniera molto più netta, come pare voler fare il suo avversario Giovanni Miccoli, Uomini e Donne.
Tutto questo per dare maggiore autonomia, nel progetto, nelle risorse e nel recepimento dei bisogni della categoria (quasi tutte Universitarie, non militari e sostenute dalle proprie famiglie), alla figura tecnica individuata per far crescere il settore rosa, affinché non costituisca più l’ultima ruota di un carro a forte trazione maschile. A legger il programma dell’attuale Presidente, invece, pare che il Direttore Tecnico sarà uno soltanto, con, al fianco, il Consulente per l’Alto Livello. La novità, annunciata come sempre per bocca del Vicepresidente e team leader Davide Tizzano, riguarda l’istituzione di un College e speriamo possa essere una delle idee, concrete, per proseguire il percorso delle Junior e Under 23 capaci di realizzare agli ultimi Mondiali risultati migliori dei loro compagni di squadra. Il resto, per ora, è un tuffo nell’ignoto.