
Il nostro Presidente non ritiene importante partecipare alle manifestazioni internazionali FISA che si svolgono in programma anche a pochi passi dal confine italiano. Ci riferiamo ai Mondiali di Coastal Rowing di Montecarlo, nonostante la presenza di oltre 128 compatrioti e 21 clubs. Appare, quindi, strano e singolare, come fa ora CanottaggioMania, lamentarsi del fatto che la FISA, per nulla o quasi, considera i professionisti della nostra area tecnica in occasione dell’annuale World Coach Conference. Nonostante ciò, ci lagniamo lo stesso e non basta, per consolarci, l’inserimento di Antonio Colamonici nella Commissione Giovanile.
Prendiamo in considerazione, doverosamente, gli ultimi tre anni.
Basti pensare all’esperienza “Coach in the Spotlight”. 2014. Gary Hay, allenatore di Emma Twigg, del doppio leggero e del due senza femminile ad Amsterdam. 2015: l’australiano Noel Donaldson, al servizio del canottaggio neozelandese dopo aver vinto tutto ciò che c’era da vincere con gli uomini della sua nazione. E ora 2016, a Vancouver, addirittura tre: i tedeschi Juergen Grobler (head coach Gran Bretagna) e Jutta Lau (Cina) assieme a Nikola Bralic, tecnico del doppio della Croazia vincitore delle Olimpiadi.
Ma, in questi 3 anni, i partecipanti hanno anche la possibilità di sentire Mike Spracklen (allenatore dell’otto della Russia), due brasiliani (Soares e Nahon) per il ParaRowing, il progetto ricerca e sviluppo talenti del Canada, persino l’americano Brian Volpenheim.
L’Italia, mai. Eppure la nostra Federazione può mettere a disposizione dell’esperienza di giovani allenatori di tutto il mondo conferenzieri di spessore per risultati, lo storico oro del doppio leggero Milani-Sancassani del 2013 e il ritorno al successo iridato nel 4 senza 20 anni dopo Tampere, e capacità comunicative. Ne cito uno per tutti: Andrea Coppola, due volte medagliato alle Olimpiadi con 2 e 4 senza.
Ma la FISA, è un dato di fatto alla luce di questo mancato coinvolgimento, non li ritiene evidentemente all’altezza di questo compito.