Decentramento e livello di attività. I punti 3 e 4 del sondaggio “Cambiare per crescere insieme” promosso da Enzo Ademollo.
Ecco il testo della proposta numero 3 per Federazione Italiana Canottaggio che verrà. “Questo è al mio avviso il punto di svolta reale ovvio, non facile, ma dobbiamo lavorare tutti perché ciò avvenga.
1. Creare cinque o sei intercentri dove concentrare tutta l’attività tecnica amministrativa chiudendo gli attuali Comitati Regionali che non hanno di fatto più ragione di essere. Il centro dovrebbe essere così costituito: – presidente (consigliere federale) – consiglio (composto dagli ex presidenti dei comitati) – presidente commissione tecnica (tecnico federale) – collaboratori (allenatori regionali)
2. Area gestionale amministrativa: – acquisti collettivi (consorzio???) – ricerca sponsor – progetti per scuola e università – convenzione con istituti bancari e assicurativi – consulenza amministrativa e legale”
Abolire i Comitati Regionali, quindi, a favore della creazione di intercentri, ossia strutture interregionali (macroarea, chiamiamole così) e poi sviluppare una nuova azione gestionale per progetti e convenzioni. L’83% si dice d’accordo, ma i commenti, per la maggior parte, non sono favorevoli. Si potrebbero creare squilibri e poi, nel campo delle piccole sponsorizzazioni, potrebbe un’azienda ligure sponsorizzare una struttura comprendente realtà lombarde e piemontesi? C’è chi propone “direzioni interregionali propedeutiche alle convocazioni con la Nazionale”.
Parere personale. Sviluppare il Decentramento. Parola magica, ma un ognuno la usa a modo suo. Che fine han fatto i Centri Federali Periferici? Dopo il progetto pilota Genova Pra’, il pilota (Marcello Scifoni) è stato sostanzialmente invitato a lasciare l’aereo. I gruppi d’acquisto collettivi possono esser la chiave di volta per corposi risparmi, ma come attuarli? Occorrono nuove idee per aiutare le Società non dico a sognare ma almeno a sopravvivere. Oggi le difficoltà, per la maggior parte di loro, sono notevoli.
Punto 4. “Alto livello: Questa distinzione e fondamentale per creare nel movimento un diverso modo di operare, gli atleti di alto livello partecipano ad un’attività sotto il diretto controllo della commissione tecnica interregionale, partecipano a regate a loro dedicate. Livello Club: Il livello club si crea un programma di allenamento sostenibile per chi non ha caratteristiche fisiologiche e psicologiche tali per diventare un campione, quindi per loro si organizzano regate magari a serie dove si notano meno le differenze come avviene adesso alle nazionali che spesso sono frutto di abbandono di tanti ragazzi che si rendono conto di non arrivare mai oltre le fasi di qualificazione”. Il 62% è d’accordo.
Anche qui ci sono commenti interessanti. C’è chi propone non programmi d’allenamento ma circuiti di regate differenti, chi chiede di evitare di bruciare ragazzi di 15-16 anni quando la maturità di raggiunge a 30, chi sposa il modello australiano (gare con atleti di livelli simili). Tra gli interventi, riporto integralmente questo. “E’ bello poter competere con gli atleti di alto livello alle manifestazioni nazionali. Per registrare meno abbandoni nel passaggio tra scuola superiore e università (e anche tra università e mondo del lavoro) penso sia interessante spingere su regate inter-regionali studiando formule simili a quelle del podismo e delle regate di fondo. Tutte le categorie che competono insieme. Oppure regate riservate soltanto a uno o due tipi di imbarcazione. Questo aumenterebbe la competizione e la partecipazione a tutti i livelli”.
Con la Trio 2016 finalmente, in questo quadriennio, abbiamo assistito a regate nazionali altamente spettacolari. Non importanti soltanto a livello di spot ma piuttosto nell’ottica di un processo di crescita utile ai tanti giovani desiderosi di far parte della Nazionale. I migliori contro i migliori e non è un male dover prender atto della divisione del Canottaggio tra serie A e B. Quel che deve esser importante tenere presente, al di là di alto livello o club, è una strategia finalizzata al contrasto dell’abbandono. Quello si, sempre in percentuali alti quadriennio dopo quadriennio. Urgono non solo le idee ma anche un progetto con risorse da investire.