
La prima, a febbraio 2013, con il mancato rinnovo del suo incarico alla guida del settore Para-Rowing. La seconda oggi, con la seguente frase a commento delle Paralimpiadi azzurre. “Posso affermare con certezza che il Para-Rowing italiano ha iniziato a percorrere la strada giusta per portare questa disciplina, poiché di disciplina si tratta in quanto diversa dal canottaggio per normodotati e con tante peculiarità intrinseche, ai livelli delle altre nazioni”.
Giuseppe Abbagnale cancella, o finge di dimenticare (a voi la scelta), tutto quanto fatto dall’Italia nei primi 10 anni di vita di questo settore. Il primo impulso sotto la presidenza di Gianni Romanini, il primo storico oro a Pechino 2008 con Renato Nicetto, le due finali centrate a Londra 2012 con Enrico Gandola. In tutte e queste tre esperienze, in cabina di regia, la pioniera Paola Grizzetti, diventata un punto di riferimento in ambito internazionale come membro della apposita commissione FISA.
Stupefacente. Dopo una Paralimpiade conclusa dalla nostra Federazione per la prima volta senza qualificare nemmeno un equipaggio in finale, di fatto dopo aver retrocesso il Para-Rowing azzurro in serie B, il Presidente comunica alle Società italiane di aver trovato la “strada giusta” per condurlo “ai livelli delle altre nazioni”. Un po’ come se il Presidente del Verona, nel maggio scorso, ci avesse detto di aver capito come qualificarsi per l’Europa League proprio nel momento in cui sprofondava nella Cadetteria…
Anche se i numeri della pratica del Canottaggio per disabili sono rimasti sostanzialmente gli stessi di 4 anni fa, CanottaggioMania riconosce alla Federazione, da Abbagnale a La Mura e Naccari, il lavoro svolto per far crescere quantitativamente e qualitativamente il settore. Le partnership con diverse Fondazioni per l’ampliamento del parco materiali, l’attività svolta a stretto contatto con il CIP, anche la sensibilizzazione nei confronti di nuove Società per l’avvio del Para-Rowing. Ma è profondamente inaccettabile leggere un messaggio come quello trasmesso oggi dal Presidente, colmo all’inverosimile di retorica, dove si vuol far passare l’idea che l’Italia, anche prima di questa nuova gestione, non fosse competitiva con le BIG del Canottaggio paralimpico. Non è vero ed i risultati lo testimoniano chiaramente.
Deludente anche la parte finale del suo intervento. “Lascio ad altri il commento dei risultati di questa partecipazione italiana alle Paralimpiadi”. Abbagnale, anziché prendersi la sua parte di responsabilità, non sfugge così a una massima dello Sport italiano secondo cui le vittorie hanno tanti padri e le sconfitte, invece, sono sempre orfane.
Beh! Da quando in qua essere coerenti è un difetto?