Si chiudono male le Paralimpiadi per l’Italia e ora sicuramente si aprirà un’attenta riflessione sui passi indietro fatti dalla nostra Federazione, sul fronte agonistico e competitivo, in questo importante settore. Strapotere Gran Bretagna, con tre ori e un bronzo, bene l’Ucraina (un oro) e la Cina (due argenti): sul podio anche le argentate Australia e Stati Uniti e le bronzee Canada, Francia e Israele. Nelle finali anche Sudafrica, Olanda, Germania e Brasile. Italia, alla luce dei risultati conseguiti (solo 3 finali B), fuori dal club delle potenze internazionali del Para-Rowing.
A Rio de Janeiro, il 4 con sprofonda sino addirittura alla decima posizione. Florinda Trombetta (SC Milano), Luca Lunghi (CUS Ferrara), Tommaso Schettino (CC Aniene), Valentina Grassi (CC Roma), con al timone Giuseppe “Peppiniello” Di Capua (CN Stabia), si classificano quarti in finale B, battuto anche da australiani, francesi e ucraini. Peggio di noi solo i modestissimi rappresentanti di Austria e Zimbabwe. Dall’oro di Pechino 2008 alla finale di Londra 2012 alla delusione di Rio de Janeiro 2016. Fabrizio Caselli (Can. Firenze) ed Eleonora De Paolis (Can. Napoli) chiudono rispettivamente all’ottavo e nono posto. Risultati, questi, abbastanza in linea con le attese, ma quel che è certo a inizio quadriennio dalle barche multiple (assente a Rio il doppio, non qualificato) ci si aspettava molto di più.