
Quindi, per ricollegarci all’articolo di ieri (clicca qui), dove sono finite le medaglie di Gran Bretagna e Nuova Zelanda? Intanto occorre evidenziare la riconferma della Germania. Pum-pum e dopo la prima giornata, grazie ai due 4 di coppia, ecco due ori. L’otto maschile, certamente, voleva un altro successo olimpico ma l’argento, comunque, rimane un buon premio per un quadriennio vissuto gomito a gomito con gli inglesi, capaci sempre di avere la meglio. Stesso risultato di 4 anni fa, ma questa volta secondo posto nel medagliere alla pari con i kiwi.
Anche l’Australia non realizza l’obiettivo prefissato. Altro che due ori, altro che cinque medaglie. Ne arrivano tre, almeno a differenza di Londra 2012 (tre argenti e due bronzi) una di queste, grazie alla singolista Kim Crow Brennan, è del metallo più pregiato. Qualcosa, sotto il profilo della quantità, lo cedono pure gli Stati Uniti: l’otto femminile allunga l’imbattibilità, oltre 10 anni, ma ad accompagnare questo risultato c’è un argento e non due bronzi.
Il crollo dei campioni olimpici Rasmussen e Qvist costa la perdita della storica leadership tra i Pesi Leggeri alla Danimarca. Ora, grazie all’oro del doppio e al bronzo del 4 senza, la palma di miglior nazione leggera passa alla Francia. L’oro dei fratelli Sinkovic e l’argento di Damir Martin consentono alla Croazia di essere la prima forza nella Coppia maschile mentre, tra le Donne, spicca la Polonia con l’affermazione nel doppio e il bronzo nel 4 di coppia. Josy Verdonkschot, condotto alla porta d’uscita dalla nuova Federazione Italiana Canottaggio nel 2013, asciuga le proprie lacrime a Rio de Janeiro con un nuovo successo (il precedente a Pechino 2008) nel doppio Pesi Leggeri e l’argento nel 4 di coppia femminile. Olanda a quota 3 medaglie (solo una 4 anni fa), protagonista anche con il bronzo nell’otto maschile.
A secco a Londra 2012, a quota 2 (argento e bronzo nel doppio maschile e femminile), la Lituania, capace di trarre beneficio dagli insegnamenti di Gianni Postiglione. Benvenuta anche all‘Irlanda, capace di stupire con l’argento dei fratelli O’Donovan nel doppio PL.
Cina, Norvegia e Italia a braccetto. Due bronzi, frutto di eccellenze settoriali, ciascuna: nelle donne per la Cina (singolo e doppio leggero), nel doppio maschile (pesante e leggero) per la Norvegia e nella punta (2 e 4 senza) per l’Italia. Citazione per il Sudafrica: dall’oro del 4 senza leggero di Londra 2012, all’argento del 2 senza di Rio 2016, ma quanta sostanza, comunque, perché i cinque equipaggi qualificati si piazzano tutti in finale.
A fronte degli arretramenti delle maggiori potenze, Olanda e Lituania registrano così l’incremento maggiore nel proprio medagliere mentre Polonia e Croazia (sfiorando il bis), assieme alla Francia, raggiungono la vetta dell’Olimpo.