Motivata, combattente, ben preparata da La Mura e da Cattaneo (futuro DT in caso di riconferma di Abbagnale?) per affrontare le complesse sfide di un’Olimpiade. Sorprendente, per il cambio di passo e mentalità registrato, in un mese e mezzo, dopo Poznan. L’Italia cambia finalmente pelle e a Rio, così, si riscopre Squadra. Rispetto alla grande delusione londinese, tutt’altra musica. Da 2 a 4 finali, da 1 (doppio) a 2 medaglie (2 senza e 4 senza): in Brasile la medaglia si festeggia e non è occasione per una resa dei conti ed i quarti posti non portano all’isteria ma, seppur amari, vengono accolti come un’occasione per rilanciare in futuro le proprie ambizioni.
E’ l’Italia dei giovani, ragazzi che non pagano lo scotto dell’esordio e affrontano l’Olimpiade nel migliore dei modi: 4 dei 6 medagliati sono Under 25, corroborati dalla voglia di riscatto e affermazione di due trentenni. Erano Junior vincenti nel passato quadriennio e quest’area tecnica li ha messi in condizione di poter competere anche con i migliori a livello assoluto.
Due bronzi per un quadriennio che, a livello di medaglie in specialità olimpiche tra Mondiali e Olimpiadi, tocca quota 6. Se, in fase di valutazione, dovessimo adottare il sistema Abbagnale dovremmo metterci le mani nei capelli. Nel 2012, in Assemblea, il Presidente definì le 7 medaglie vinte nel quadriennio 2009-2012 “senza ombra di dubbio il peggior risultato degli ultimi 20 anni”. Un dato “ancor più evidente se andiamo a guardare gli atleti andati a medaglia: solo 14 (Abbagnale non conta chi la medaglia la conquista più di una volta in 4 anni n.d.r.)“. In questo quadriennio, invece, i medagliati sono 10.
Noi non usiamo il sistema Abbagnale ed anzi ribadiamo che non basta il medagliere per trovare tutta la sostanza di questa Nazionale. Vedi, per esempio, il 4 senza Pesi Leggeri, bravo in semifinale a spolpare 4 dei 5 equipaggi che l’avevano pesantemente staccato in Coppa del Mondo ed a trovare così la quadra dopo 5 stagioni di grande sofferenza. Peccato che i Pesi Leggeri, nel doppio e nel 4 senza, non siano mai riusciti a salire sul podio a differenza del passato e peccato se, a fronte di un 4 senza riportato da La Mura sul podio olimpico dopo 12 anni, ci sia un settore di Coppia che la medaglia la prendeva, consecutivamente, da Seoul 1988 e che a Rio è rimasto a bocca asciutta. Standing ovation per la Punta: il settore sicuramente più difficile da ricostruire dopo la disastrosa Londra 2012 ha ottenuto risultati d’eccellenza.
In vista del futuro, la differenza la farà, a nostro avviso, l’attenzione rivolta nei confronti del settore femminile. Prendiamo il buono, due barche a Rio, e il cattivo, non competitive per l’ingresso in finale. Tokyo 2020 sarà l’Olimpiade della parità, 7 barche maschili (addio, 4 senza PL, e grazie per le mille emozioni) e 7 femminili, e non possiamo, ancora una volta, non farci trovare pronti.
Foto Perna