“Avevo 6 anni ed ero appassionatissimo di calcio. E’ da quel momento che seguo con tanta dedizione la serie A e leggo spesso la Gazzetta dello Sport il lunedì. Ma ho anche stretto amicizie che ancora oggi durano. Da bambino impari veloce la lingua, per questo ancora oggi so parlare l’italiano”. Campione mondiale un anno fa e, da ieri, campione olimpico. Mario Gyr, svizzero innamorato dell’Italia (ci ha vissuto un anno da bambino), corona il sogno di una vita. Nel 4 senza Pesi Leggeri l’armo rossocrociato è un diesel. Avvio difficilissimo in un Lagoa Rodrigo de Freitas agitatissimo, soltanto terzo posto in batteria dietro a Italia e Cina, capaci di “addomesticare” meglio le fastidiosissime onde. Poi, assieme ai compagni Lucas Tramer, Simon Schuerch e Simon Niepmann, il doppio confronto con la favoritissima Danimarca. Vittoria in semifinale e replay in finale. Jorgensen e compagni partono più veloci ma la Svizzera è più compatta e affronta il percorso con un passo più incisivo. Un secondo e mezzo la differenza al traguardo.
La Svizzera torna così a festeggiare un titolo olimpico nel canottaggio 20 anni dopo quello ottenuto da Xeno Müller ad Atlanta. E’ la prima nel 4 senza Pesi Leggeri mentre nel 4 senza “pesante”, per amor di statistica, si segnalano due bronzi a Parigi nel 1924 e a Berlino nel 1936.
Complimenti a Mario, perché gli amici italiani sanno benissimo cosa c’è dietro questo successo, a cominciare dalla personale sofferenza risalente a circa 20 mesi fa per una brutta patologia renale. In chiusura, ricordiamo un suo pensiero sul Canottaggio nel corso del dialogo con CanottaggioMania dello scorso 11 settembre. “ Si, il canottaggio è la nostra grande passione, ma non si deve dimenticare che e soltanto una gara di 2 chilometri. Vedendo tutti i problemi attualmente esistenti mondo, dobbiamo essere felici di quello che facciamo e ricordarci sempre che è un grande privilegio”.