Quattro barche per l’Italia in finale alle Olimpiadi. Il 4 senza si aggiunge alla corposa lista comprendente due senza, doppio e 4 senza Pesi Leggeri. A sorpresa, poco fa, l’uscita di scena del doppio leggero maschile, nelle previsioni l’eliminazione dell’otto e del due senza femminile.
Il 4 senza fa e disfa per 1500 metri, dondolandosi su una scivolosa altalena tra terza e quarta posizione, rimettendo poi le cose a posto con la consueta solidità. Australia quadrata e concreta per tutta la semifinale, l’Italia, oggi non brillante, soffre molto la verve sudafricana ma ha sufficiente benzina per prendere per i capelli gli sfiniti americani e timbrare così il pass per la finale di domani. Italia un po’ contratta oggi, forse a causa della tensione del momento, ma quel che importa è il raggiungimento della finale. Bene così, cari Giuseppe Vicino, Matteo Lodo, Matteo Castaldo e Domenico Montrone. Avanza, dall’altra parte, naturalmente la Gran Bretagna assieme a Canada e una rinata Olanda.
Capitombolo del doppio Pesi Leggeri. Una sorta di maledizione, visto che da Pechino 2008 in avanti non riusciamo più a entrare in finale. Allora come ora Marcello Miani, quarto assieme a Elia Luini otto anni fa, e oggi, assieme a Andrea Micheletti, eliminato in semifinale da un’arrembante Polonia. L’Italia parte con i migliori propositi, soffia sul collo della favorita Norvegia ma poi sul passo soffre il Sudafrica, capace di metter la prua davanti poco prima dei 1000. Inizia un duello rusticano con i polacchi, un testa a testa che forse più che fisicamente sfianca i nostri azzurri mentalmente. Miani e Micheletti non riescono, per soli 23 centesimi, a mantenere la terza posizione. Peccato davvero, perché dopo il bronzo di Poznan, considerando i margini di crescita di una coppia di recente formazione, esistevano concrete chance per una medaglia olimpica.
Sara Bertolasi e Alessandra Patelli non riescono a incidere come vorrebbero in una semifinale difficilissima dominata dalle favorite, per la vittoria dell’Olimpiade, Glover e Stanning. Fila tutto liscio per la Gran Bretagna, mentre le azzurre non riescono a schiodarsi dalla sesta posizione nell’arco dell’intero percorso. Non cambia, comunque, l’obiettivo: disputare una buona finale B per raggiungere la miglior posizione possibile.
Otto generosissimo per 1500 metri, nel suo recupero l’Ammiraglia dell’Italia mette a rischio la qualificazione della Nuova Zelanda ma poi nella fase finale del percorso si fanno sentire i due mesi senza allenamento comune. Qualificazione sfumata, in ragione anche del notevole handicap sopra evidenziato, ma sul piano della determinazione e della motivazione nulla si può rimproverare a Emanuele Liuzzi, Fabio Infimo, Mario Paonessa, Pierpaolo Frattini, Matteo Stefanini, Simone Venier, Luca Agamennoni, Vincenzo Maria Capelli e il timoniere Enrico D’Aniello.