Non il più inguaribile degli ottimisti lo avrebbe pensato, nemmeno lui. Il 3 su 3 di oggi, partorito dalle vittorie di 2 senza (Abagnale, Di Costanzo) e dal 4 senza PL (Oppo, Goretti, La Padula, Ruta) e dalla piazza d’onore del ritrovato doppio Fossi-Battisti, fa decollare l’Italia a Rio de Janeiro. Un’eccellente prestazione corale e, mantenendo alta la concentrazione senza doverosamente (lo impongono le tre finali da disputare giovedì) lasciarci trascinare dall’entusiasmo del momento, occorre sottolineare il fatto principale. La squadra, tutta perché anche il 2 senza Bertolasi-Patelli approda in semifinale, è preparata a dovere per quest’Olimpiade.
A La Mura, a Cattaneo e allo staff tecnico, in attesa anche delle semifinali delle due (originarie, ora ne abbiamo anche altre) punte di diamante (4 senza e doppio PL), va dato atto di questo. E’ un’Olimpiade completamente diversa dalle ultime due. E’ come passare dalla notte al giorno, è come uscire da un lungo tunnel: a Pechino, nella prima delle due giornate di semifinali, perdevamo tre barche (2 e 4 senza, singolo femminile) su tre ed a Londra mestamente congedavamo 2 senza femminile 4 di coppia e 4 senza PL. In entrambi i casi, 2 finali che in Brasile, dopo la prima tornata, sono già 3 e, potenzialmente, possono essere 7. Ragionevolmente 5, con possibilità che diventino 6 attraverso una grande impresa.
Per il 2 senza maschile non esistono davvero parole idonee a sintetizzare il valore, straordinario, dell’impresa compiuta. Due Highlander, Marco Di Costanzo e Giovanni Abagnale, in quell’arena di Rio de Janeiro. Pensi a una strategia studiata per spaventare gli avversari e guadagnare maggior terreno possibile nei primi 1000 allo scopo, poi, di provare a gestire e difendere. Niente di più sbagliato. I due giovani vogatori campani reggono bene la fatica dei 39-40 colpi e l’Olanda ne esce immediatamente massacrata. Non si fermano, vogliono vincere e allora lo sfiancante attacco nei confronti dell’Australia, poco prima dei 1500, produce una meritatissima leadership. Il serrate dei vicecampioni olimpici è utile solo per il terzo posto, Di Costanzo e Abagnale sbarrano la strada anche a Chardin e Mortelette. Capolavoro, complimenti anche ad Andrea Coppola e Giovanni Lepore. In finale, giovedì, appuntamento anche con Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Sudafrica. Immensi Giovanni e Marco, capace di digerire bene l’esclusione dal 4 senza sul filo di sirena per poi spostare sul 2 senza tutte le sue motivazioni e proseguire un grande, grandissimo sogno.
Il doppio di Francesco Fossi e Romano Battisti, alla prima prova vera della loro stagione, risponde presente. Gara di grande intelligenza con la giusta prudenza nei primi 500 metri prima di iniziare un’attività di martellamento continuo ai danni di Germania e Francia. Lituania sul velluto, ma Italia seconda ed a suo agio nel controllare e nell’evitare brutte sorprese. I francesi sono terzi e per Marcel Hacker è il momento di andare… in pensione! Quando il gioco si fa duro, i nostri Top Players iniziano a giocare costringendo gli altri, in questo caso i tedeschi, ad abbandonare il tavolo. Due medaglie in questo quadriennio, il bronzo di Chungju e l’argento di Amsterdam, e anche nella stagione olimpica un grande contributo di sostanza alla causa azzurra. Giovedì, in finale, appuntamento anche con Croazia, Norvegia e Gran Bretagna.
Il 4 senza Pesi Leggeri, la semifinale per CanottaggioMania più complicate. A un certo punto della gara, vien spontaneo a chi scrive sintonizzarsi sul “Va pensiero”, la celebre terza parte del Nabucco di Giuseppe Verdi. Non per questione di ali o medaglie dorate, ma per la bellissima sensazione che ne deriva, semplicemente, dall’abbinare quelle fantastiche note al passaggio dell’Italia ai 1500. Pietro Ruta, Livio La Padula, Martino Goretti e Stefano Oppo costituiscono un unico, velocissimo, proiettile che a tre quarti d’ora viaggia addirittura con quasi 2 secondi e mezzo di vantaggio sulla Gran Bretagna, poi cancellata da Rio dal forcing della Francia e dalla buona tenuta della Nuova Zelanda. Stiamo parlando di tre imbarcazioni che un mese e mezzo fa, in Coppa del Mondo, relegavano (assieme anche alla Germania, oggi mai vista) l’Italia al sesto posto. Miglior tempo, perché Svizzera, Danimarca e Grecia fanno registrare croni superiori di 10 secondi. Che capolavoro, Pietro, Livio, Martino e Stefano!