“Olimpiadi a Rio? No, Campionati del Mare a Taranto”. L’amico Gian Piero Galeazzi, monumento del Canottaggio raccontato, ci fornisce la miglior definizione di questo primissimo scorcio brasiliano. Il “cappottamento” del 2 senza della Serbia, le grandissime difficoltà mostrate da tutti gli equipaggi in gara nella prima giornata. Acqua sporca, inquinata e fonte di malattie? Per ora i principali problemi sono la qualità di un campo di regata bersagliato dal vento e movimentato da schizofreniche onde.
Ora, dopo Rio e in parte anche una funesta Londra (ricordate la finale del 2 senza Carboncini-Mornati?), si capisce anche la prospettiva Coastal Rowing, non più solo come via ludica per il Canottaggio del futuro. E’ anche una Rio da Piotta. “A cavallo di quest’onda, sballottato da sponda a sponda, inseguendo un’altra volta la grande onda che ritorna. Luce rossa squalo in vista, nella mischia sono surfista”.
Condividiamo, per tornare a bomba, l’indignazione di Galeazzi, già abbastanza seccato nei giorni precedenti la cerimonia olimpica per la totale assenza del Canottaggio dagli spot della RAI. Condividiamo, a maggior ragione, perché c’è chi lavora 4 anni in funzione di questa settimana, l’unica in grado di regalare grandissima visibilità e ripagare in maniera adeguata gli immani sforzi che comporta la preparazione di un canottiere. Tutti, comunque, sanno bene che è da mettere in conto, in uno sport come il nostro, la possibilità di andare incontro a condizioni simili.
Ora la FISA, dopo l’annullamento delle gare odierne per la crescente intensità del vento, ha optato per accorpamento. Gli azzurri e le azzurre che dovevano gareggiare oggi scenderanno in acqua domani assieme all’Ammiraglia. Speriamo che la situazione migliori perché eventuali palliativi, come ad esempio i time trials, mortificherebbero l’immagine di uno sport che, più di altri, ha bisogno delle Olimpiadi per farsi adeguatamente conoscere.