“Domani ho contro Montrone, andrò sicuramente ai recuperi”. Oh, almeno un paio di volte ho sentito questa storia ai bei tempi in cui mal remavo alla Canottieri Sampierdarenesi. Era il 2001 e la frase veniva alternativamente pronunciata da due coetanei di Domenico, Matteo e Carlo, che l’anno successivo avrebbero tratto maggior gioia nel 4 di coppia.
Quell’anno, a inizio luglio, i Tricolori si celebrarono a Gavirate e il forte atleta del CUS Bari batté quasi tutti i suoi avversari, compreso l’amicissimo Andrea Tranquilli già tra gli emergenti nel settore Fiamme Gialle. Quasi, perché non riuscì a superare il palermitano Giuseppe Monte, oggi operante a Milano come dipendente del Ministero dell’Interno.
Quindici anni dopo, un percorso lungo e non facile tra gioie e dispiaceri, la definitiva consacrazione. Domenico, in questa stagione, si è scoperto davvero polivalente. Ha iniziato la stagione nella specialità del 2 senza e, assieme a Giovanni Abagnale, è risultato il più veloce nelle prime prove federali. Un buonissimo punto di partenza per piantare una bella bandierina sull’otto azzurro, pochi mesi dopo l’ottimo sesto posto ai Mondiali di Aiguebelette. Capovoga d’argento, a Varese, prima del fallito arrembaggio di Lucerna. Si scende dall’Ammiraglia, si risale in 2 senza e allora ecco un’altra prova di consistenza, sempre con Giovanni Abagnale. I più bravi a Piediluco anche nella Trio2, il biglietto per Poznan viene onorato con un buon sesto posto. A fine luglio, la FISA comunicherà il ripescaggio dell’Ammiraglia azzurra ma il buon Montrone aveva già trovato posto, qualche settimana prima, sul 4 senza. La terza “prova provata” della sua versatilità in un’annata che mai scorderà.
Due senza, 4 senza o Ammiraglia: il dato di fatto è che la partecipazione di Domenico Montrone alle Olimpiadi è strameritata, perché nessuno oltre a lui ha dimostrato, sul campo, di avere le carte in regola per far parte di tre equipaggi. Un po’, come ai tempi della cara Coppa delle Coppe, se una squadra di Calcio avesse vinto Scudetto e Coppa Italia guadagnandosi il diritto a partecipare a tutte e tre le competizioni europee. Non era scontato, in questo caso, che gli toccasse quella più prestigiosa, alla luce dei risultati degli ultimi due anni il 4 senza, ma la sua escalation, frutto di grande tempra e sostanza, ha convinto La Mura e Coppola ad assegnargli fiducia massima.
E’ poi davvero affascinante l’incrocio della sua storia con quella di Matteo Castaldo. Entrambi over 30, all’esordio olimpico con significative aspettative dopo una decina d’anni di alti e bassi. Entrambi capaci di non abbattersi di fronte a mancate convocazioni, anche a poca considerazione ma di affrontare presente e futuro, anche nei momenti di difficoltà, a testa altissima.
Chissà come saranno felici a Bari ed in Puglia: ricordi i giorni dei Mondiali Coastal del 2011, vinti con il 4 di coppia targato Fiamme Gialle. Gli articoli di giornale, le interviste, gli abbracci, le parole di incoraggiamento, i complimenti. Domenico “soffocato” da un affetto incredibile che adesso, attraverso la realizzazione del sogno olimpico, avrà modo di rinvigorire e ripagare.
A 30 anni, nello sport come nella vita, tutti ci rendiamo conto che il tempo sta iniziando a volare. Domenico, facendo indirettamente tesoro della lezione del motivatore Michael Althsuler, ha capito di poterne diventare il pilota.