
In questo periodo i riflettori sono puntati su Rio de Janeiro, sugli attori che alle Olimpiadi calcheranno il palco della competizione agonistica. Dopo le selezioni di oggi, con la definizione di otto maschile e doppio leggero femminile alla luce della squalifica della Russia, preferisco, invece, spendere qualche parola per chi in Brasile non ci sarà.
Mi riferisco ad Andrea Tranquilli perché il notevole impegno e la grandissima volontà, assieme alla mitezza dei toni e anche ad altre qualità che ne fanno davvero una persona matura, meritavano certamente di più. Non entro in merito di scelte tecniche fatte doverosamente (poche ore per completare iscrizioni in scadenza alle 16 di mercoledì 27 luglio) di fretta, ma voglio parlare di Andrea e di un traguardo che spero, tra 4 anni, possa finalmente centrare.
Un sogno coltivato già dai primi anni Duemila. Era, infatti, l’estate del 2002 quando il suo otto Junior conquistava uno splendido argento a Trakai. Due anni dopo si sarebbe laureato campione del mondo, in questa categoria, nel doppio con il grande amico, oggi titolare del 4 senza, Domenico Montrone.
Il trentenne pontino, prodotto del settore giovanile delle Fiamme Gialle, ha lavorato in maniera intensa in prospettiva Pechino 2008: niente Cina ma, subito dopo, un bell’argento in 4 senza agli Europei. Si è successivamente messo a disposizione della causa azzurra per Londra 2012, rientrando in gioco soprattutto nell’ultima stagione per un obiettivo sfumato solo a giugno con la mancata convocazione al raduno preolimpico estivo. Anche qui, a dimostrazione della voglia di vestire e onorare nel miglior dei modi la maglia azzurra sempre, il grande risultato agli Europei con l’argento nell’otto a Varese. Meno di un mese dopo aver perso per un secondo e mezzo l’oro e 28 centesimi il bronzo ai Mondiali in 2 con. Si cade e ci si rialza.
Andrea non ha smesso di credere alla possibilità di andare alle Olimpiadi nemmeno in questo quadriennio. In particolare, da prodiere nel 2015, ha fatto parte della splendida Ammiraglia finalista al Mondiale di Aiguebelette. Non ci fosse stata la Russia degli imbrogli, proprio in Francia avrebbe festeggiato la qualificazione della propria imbarcazione a Rio de Janeiro.
Forse non sarà un fenomeno o un Top Player ma la perseveranza di questi 15 anni da umile e onesto lavoratore, la grande predisposizione alla fatica e alla sofferenza senza mai chieder sconti o, tanto meno, lamentarsi, la capacità di accettare professionalmente ogni decisione tecnica mi fanno pensare a una porta, quella olimpica, non chiusa ma socchiusa. Mi auguro la possa aprire finalmente a Tokyo 2020 e immergersi così in quell’atmosfera di valori olimpici, l’agonismo ma anche il rispetto, la lealtà, la passione e la cultura, che egli stesso, con il suo esempio di ragazzo semplice ed atleta serio, in ognuna di queste ultime 15 stagioni ha contribuito a far crescere in Nazionale.
Valori per cui nella squadra di CanottaggioMania un posto da titolare, ad Andrea Tranquilli, lo riserveremo sempre.