Domenica sera. L’annuncio dell’Area Tecnica, la “puntualizzazione sulla selezione del 17 luglio” (clicca qui), somiglia molto a un manifesto mortuario. E’, ripercorrendo 4 anni di tanti insuccessi, molte illusioni e poche gioie, l’annuncio che il Canottaggio Femminile, in Italia, è ormai ridotto ai minimissimi termini.
Non esageriamo, no perché appare davvero molto brutto constatare che mentre da un lato CIO e, di conseguenza, FISA spingono per l’aumento della presenza Donne alle Olimpiadi, a Tokyo 2020 raggiungeremo il pareggio con l’esclusione del 4 senza Pesi Leggeri a vantaggio dell’introduzione del 4 senza femminile (non certo ma molto probabile), la FIC non è in grado di allestire un 4 di coppia Pesi Leggeri e, ancor più grave in prospettiva, un 4 senza Senior per i prossimi Mondiali di Rotterdam. Prendendo di fatto , a pochi mesi dalla fine di questo quadriennio, una direzione opposta rispetto a quanto indicato dai vertici dello Sport e del Canottaggio Mondiale.
La vicenda è un omaggio al Teatro dell’Assurdo, ma qui, purtroppo, non c’è nessun Samuel Beckett. Mercoledì 6 luglio la FIC invita, avete letto bene “invita” (di solito convoca, in questo caso invita…), 10 atlete a Piediluco per comporre le due imbarcazioni per i Mondiali di agosto. L’invito viene accettato da alcune e rifiutato da altre, in pratica tutte coloro che non sono riuscite a qualificare la propria imbarcazione a Lucerna per le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Mi chiedo, in cuor loro, cosa avranno provato nell’apprendere che il loro rifiuto di raggiungere il Centro Federale ha, con l’annullamento del raduno da parte della FIC, automaticamente determinato la fine del sogno Mondiale per altrettante ragazze motivate a gareggiare assieme a loro a Rotterdam. Ragazze che, come loro, si sono allenate per un anno intero. Con risultati inferiori, ma con lo stesso impegno e la stessa voglia. Personalmente, non ci dormirei la notte!
Detto questo, è ancor più preoccupante toccare con mano l’abulico comportamento della Federazione che, non riuscendo a convincere le riluttanti sulla bontà del progetto, opta per una pilatesca decisione che certamente amareggia e scontenta chi, invece, era pronta per fornire il proprio contributo alla causa azzurra. Si poteva offrire una chance ad altre vogatrici, certamente. Ah no, qualcuno sostiene che la rosa delle potenziali candidate fosse davvero ridottissima. Praticamente all’osso. Ancor più triste, quindi, perché l’impossibilità di presentare un 4 di coppia leggero e un 4 senza femminili al Mondiale di Rotterdam mette definitivamente a nudo 4 anni di “bla bla” sulle prospettive di sviluppo federali di un settore che non ha mai goduto della meritata considerazione. E’ il segnale che andando avanti di questo passo, con approssimazione e scarsa sensibilità, presto il Canottaggio Femminile azzurro scomparirà definitivamente dalla scena internazionale. Ricordato che a Tokyo 2020 le specialità olimpiche saranno, per ciascun genere, 7 e 7, un’Italia dimezzata e, almeno dal punto di vista dell’immagine, perdente.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che celebra la Pellegrini come immagine ‘rosa’ dello sport italiano: “Quasi il 50% degli atleti azzurri qualificati per Rio è donna, ed è un record cui siamo particolarmente affezionati. Ed è una donna “…”, la nostra portabandiera”.
Beh, la direzione del nostro canottaggio è evidentemente fuori rotta…
Manca l’attenzione, l’interesse per questo movimento, oltre che ad una equa ripartizione (uomo/donna) di energie e strutture da parte della Federazione.
Non spetta certo a me commentare i risultati dell’universo remiero femminile, ma che ci sia un netto distacco dall’andamento dello sport mondiale in genere.. mi sembra palese!
Enrico.