
Cadere a Poznan, due mesi dopo non aver, in pratica, neanche imbracciato le armi a Varese.
In Polonia non sappiamo bene il perché, in Italia a causa di una bronchite del biondo capovoga fiorentino. Rattrista perché il grande valore, quest’anno totalmente inespresso, del nostro doppio è noto a tutti, soprattutto ai nostri avversari.
La storia, recente e passata, ci dice che Romano e Francesco sembrano davvero fatti l’uno per l’altro. Simbiosi. E’ il 2013 quando Franco Cattaneo affianca Fossi a Battisti: quest’ultimo rimasto solo a fine 2012 perché giustamente Alessio Sartori, completato con l’argento Londra il suo medagliere olimpico (oro a Sidney 2000, bronzo ad Atene 2004), si è preso una pausa. Francesco, buon prodiere, asseconda il più esperto compagno e in acqua si vede subito un perfetto concentrato potenza-velocità: oro agli Europei, oro ai Giochi del Mediterraneo, argento a Lucerna e bronzo ai Mondiali. Francesco aiuta Romano a non disperdere il patrimonio del doppio.

Tutt’altra musica nel 2014. Qui li seguiamo, in diretta, a mezzanotte e trentasette. E’ l’orario della loro “monca” (mancano molti avversari) finale di Sidney: “solo” terzi, poi gli sbandamenti del Memorial d’Aloja, di Belgrado (out Fossi per circa un mese!) e Lucerna (out Battisti) prima di riprendere il decollo ad Amsterdam. Più bravo Romano, in quest’occasione, a saper attendere il completo recupero del compagno. Invertendo l’ordine degli addendi (carrelli), rispetto alla stagione precedente, il risultato cambia… in meglio. Unica barca azzurra sul podio in una specialità olimpica, un fantastico argento conquistato sul filo dei centesimi (1 sull’Australia, 14 sulla Lituania) ma soprattutto dei nervi. La farfalla non è ritornata bruco, come pareva, ma anzi è ancora più bella dell’anno prima.

Poi l’anno del sacrificio: i due vengono separati, a un mese e mezzo da Aiguebelette, per favorire la ricerca del miglior 4 di coppia, su cui siede Francesco assieme a Cardaioli, Paonessa e Venier. Vana ricerca: solo Romano, sul doppio con l’enfant prodige Gentili, centra la qualificazione per Rio de Janeiro. Il resto è il presente e, per l’immediato futuro (da lunedì), La Mura e Cattaneo bene fanno a convocare anche Luca Rambaldi e Giacomo Gentili per il prossimo raduno. CanottaggioMania è per il costante confronto laddove possa aiutare i nostri tecnici a risolvere i propri dubbi e soprattutto fornire meritate chance a giovani sulla rampa di lancio.
Su Francesco e Romano, però, la mano sul fuoco io ce la metto sempre nonostante le critiche recentissime inerenti la pessima finale di Coppa del Mondo. Niente, per carità, in confronto all’esagerato “fuoco e fiamme” sul 4 senza leggero, qualcosa che mi ha spinto a chiudere, forse anti-democraticamente (ma finché siamo sotto il mio tetto… concedetemi di accompagnarvi alla porta se mi tediate ), i commenti dei vari post.
E’ vero che la “stecca” di Poznan, anche in ragione delle tante assenze (Croazia, Lituania, Germania) di qualità, è stata rumorosa e clamorosa ma credo sempre in questi due vogatori, capaci vincere assieme prima da “ragazzi” (4 con Under 23 nel 2008) e poi da “uomini” (in questo quadriennio) per forza fisica e mentale, serietà (agonistica, of course) nel lavorare, carattere e soprattutto intelligenza nel saper leggere e affrontare, gradualmente, i diversi gradi di giudizio stabiliti dalle difficoltà che si pongono sul loro cammino.
Scriveva Coelho, tirato spesso in ballo per i sogni e le ambizioni dei Guerrieri della Luce del nostro 4 senza, che chi desidera vedere l’arcobaleno deve imparare ad amare la pioggia. E la fiducia in voi, cari Francesco e Romano, alla luce delle grandi difficoltà attraversate nel 2014 prima della felice Amsterdam ma non solo (se ripenso al 2012 di Romano!), risiede proprio nell’aver già dimostrato di saperle voler bene.
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