Su segnalazione dell’amico Ferruccio Calegari, proponiamo un articolo pubblicato da Il Giorno, a firma di Patrizia Tossi, relativo allo stato di salute dell’Idroscalo di Milano, campo di regata a cui noi tutti siamo affezionati in quanto sede di numerosi eventi internazionali (spicca il Mondiale 2003 “qualificante” per Atene) e nazionali. Tra l’altro, proprio sabato 3 e domenica 4 giugno 2017 ci saranno gli Assoluti. Tra un anno, va bene, ma è lecito chiedersi oggi in quale condizione versa l’Idroscalo.
«E’ con immenso rammarico che annunciamo la prematura scomparsa dell’Idroscalo come bacino per il remo e la pagaia, ne danno il triste annuncio gli atleti delle società remiere milanesi. La causa del decesso è l’invasione di alghe». Inizia così l’ultima e-mail inviata dai canottieri alla Città metropolitana, alla Federazione Italiana Canottaggio e alle società sportive milanesi: una lunga lettera di protestacontro la mancanza di manutenzionedell’Idroscalo. Nessun ente sta investendo sul bacino idrico e sul parco, ormai la situazione è fuori controllo. Il primo a urlare allo scempio proprio dalle pagine del nostro giornale era stato qualche mese fa Cesare Cadeo, l’ex manager dell’Idroscalo che ha realizzato il progetto di rilancio del parco.
Ora è la volta degli atleti. «Quello che una volta era il principale campo di regate italiano, sede di eventi nazionali ed internazionali, è ridotto a una palude – ha scritto Mario Scalella alla Direzione dell’Idroscalo – Le barche raccolgono sotto le piccole derive chili e chili di alghe: è una zavorra che rende impossibile qualsiasi allenamento serio e la tenuta della rotta. I remi vengono avviluppati da mani verdi che li spingono verso il basso».