Il caso di Lucilla Aglioti, apparentemente poco rilevante per la FIC viste le poche righe (retrodatate?) praticamente copia-incollate dal sito Coni sul proprio house organ, apre in realtà la possibilità di un nuovo scenario. Qualcosa, infatti, potrebbe succedere all’interno della stanza dei bottoni stando a un proclamato intento.
Occorre ritornare a sabato 14 maggio e ricordare, in base a quanto riferisce Gola Profonda a CanottaggioMania, un momento di palpabile tensione tra il Vicepresidente Davide Tizzano e il Direttore Tecnico Giuseppe La Mura. Il primo si chiede, davanti a tutti, come siano possibili tre simili vicende (Abbagnale, Barbaro, Mornati), a stretta vicinanza di tempo, con un rapporto, in termini di controllo, “uno a tre” tra Allenatori ed Atleti della Nazionale. Diversamente, all’interno di una Società, un coach, spesso senza nessun ausilio né dal punto di vista tecnico né sanitario, si trova nella condizioni di dover seguire da solo il comportamento di 20-30 atleti. Il secondo, visibilmente contrariato e probabilmente interpretando questo pensiero come un attacco alla direzione tecnica, si alza, prende la porta e lascia la sala del Consiglio Federale facendovi poi rientro su preghiera di uno scattante (nell’inseguimento) Giuseppe Abbagnale.
“Ancora un caso e dobbiamo dimetterci tutti” è la frase pronunciata in quel contesto da Davide Tizzano. Oggi, 9 giorni dopo, apprendiamo l’esistenza di un nuovo caso, il quarto in meno di quattro mesi, che sarà oggetto di attenzione del Tribunale Nazionale Anti-Doping. ll diuretico di Lucilla Aglioti. Se, come diceva Francis Bacon, “la coerenza è il fondamento della virtù”, Tizzano dovrebbe prender carta e penna e rassegnare le proprie dimissioni. Probabilmente non tutti ma in molti, in Consiglio Federale, potrebbero seguirlo.
Cari canottieri, sono una delle tante “pippe” appassionate però di questo magnifico sport. Ho praticato in passato anche ciclismo a livello amatoriale dove ho visto le cose più immonde. In merito cito ad esempio la maratona delle dolomiti del 2004 dove in NAS arrestarono prima del via una ventina di ciclisti, In quella gara io c’ero ed ero fra i più di 6000 ciclisti che si sentirono umiliati da tutto ciò che accadde. Pratico canottaggio dal 1980 ed è sempre stato uno sport che ho considerato a pane e acqua, pulito!
Oggi? che devo pensare? Il mio sport, il nostro sport, è sceso così in basso?
Gli atleti di vertice non parlano con gli allenatori di riferimento?
Non devono comunicare con i medici federali?
Tutta questa vicenda è inaudita!
Io, lo ribadisco, da pippa quale sono, a dicembre ho avuto un grosso problema con una spalla ed il medico di famiglia pensava di usare il cortisone per le cure. l’ho fermato e gli ho detto che prima avrei dovuto vedere cosa dovevo fare con la federazione per evitare di avere problemi col doping. Ho chiamato in federazione e mi è stato spiegato TUTTO per filo e per segno. A quel punto col medico siamo riusciti a trovare una diversa terapia che non prevedeva l’utilizzo di sostanze che, seppur curative, non avessero risvolti “dopanti”.
E poi…. accade questo?
Ed i vertici federali non dicono nulla? a ieri sera (23/05/2016) nel sito federale ancora non era riportato nulla.
Luca Dell’Elice
Luca Dell’Elice, il tuo post dice tutto; non c’è bisogno di aggiungere altro. In questa brutta vicenda mi auguro però che non si facciano gesti avventati. Per quanto daccordo sulle dimissioni in blocco dell’attuale Consiglio Federale (quantomeno per fare chiarezza), auspico che non si affrettino troppo le cose. Dimettersi adesso o dopo le Olimpiadi non cambia nulla. Lasciare adesso equivarrebbe allo sfascio totale.Una barca .. senza il timoniere. Facciamo le Olimpiadi e poi si vedrà.
Sono d’accordo con te. Però ti faccio anche fare una riflessione in merito….. Come verranno ribattezzati gli auspicati risultati alle Olimpiadi? Purtroppo dietro c’è un danno d’immagine che porterà tutti nel baratro….. ahimè….
Sembra che la situazione sia oramai fuori controllo!
Allora per il bene della FIC deve pensarci il CONI il quale DEVE esercitare sulle Federazioni Sportive Nazionali una attività di indirizzo e di controllo per non essere a sua volta coinvolto, proprio per non aver controllato.
Ove si rilevi una grave violazione dei principi fondamentali dell’ordinamento sportivo (e il doping è uno di questi casi) è previsto il commisariamento al fine di ripristinare il corretto andamento della gestione in ambito federale.
In Italia siamo tutti bravi ad assumere incarichi, fregiarci del titolo di responsabile e incamerare prebende, allungare in modo furbesco e opaco la catena di comando per aumentare i favori incrociati e rendere più efficace lo scaricabarile nel momento della ricerca della RESPONSABILITA’. E’ il momento che qualcuno faccia un passo indietro da vero sportivo!
Il danno di immagine di questi ultimi 4 mesi saranno molto difficili da dimenticare e comunque devono servire da monito per il futuro… sempre che non ci saranno altre brutte sorprese.
concordo con Luca.
Io prima di prendere le pasticche della pressione mi sono studiato tutto il WADA
Calma e nervi saldi. Commisariamento o dimissioni sarebbero cmq un danno oltre a quello già avuto. Io ribadisco il mio punto di vista: andare avanti fino alle Olimpiadi. Quantomeno per gli atleti che si sono allenati coscienziosamente. Alla prossima assemblea elettiva il CF relazionerà e poi la palla passerà agli elettori per un giudizio. Questi sono i passaggi istituzionali più sensati.