Maturità e responsabilità. Finalmente. Vincenzo Abbagnale riscatta almeno in buona parte l’ingenuità e la leggerezza evidenziate in occasione della violazione dell’articolo 2.4: i tre controlli antidoping saltati. I tempi della giustizia sportiva non sono certamente gli stessi del nostro otto Senior, atteso tra poco più di 2 mesi dall’ultimo appello per la qualificazione olimpica a Lucerna. Non esiste certezza né sulla data del pronunciamento della Procura né sulla sentenza del Tribunale Antidoping del Coni. Sono d’accordo con il 23enne vogatore della Marina Militare quando parla di “sfortunata vicenda” anche se, già dopo il primo richiamo, la sua condotta avrebbe dovuto esser ben diversa per evitare di incrociare la sua strada con quella della sventura. Ma non voglio tornare su questo, di cui molto già si è scritto.
Forse poteva arrivare prima ma il gesto di Vincenzo, non attendere la decisione del tribunale e scendere già oggi dall’Ammiraglia, non soltanto evita ulteriori imbarazzi alla Federazione ma verrà senz’altro apprezzato da molte persone. Dagli allenatori federali, che a distanza di 50 giorni dal terzo mancato controllo ancora non avevano compiuto una scelta definitiva in attesa di notizie dagli ambienti Coni. Dai compagni di squadra, vicini all’atleta di Castellammare di Stabia ma anche preoccupati che mesi e mesi di lavoro, senza un’adeguata e tempestiva correzione di rotta di fronte a quest’imprevisto, potessero esser stravolti all’improvviso da una pioggia di carte bollate. E infine da Giuseppe Abbagnale, il padre-presidente che vede crescere il figlio-atleta e davvero non poteva ricevere miglior regalo per il proprio onomastico e per la Festa del Papà.
Al di là delle chiacchiere e delle persone, a casa mia questo si chiama “atto dovuto”!